Gli integratori alimentari termogenici: benefici (non molti) e rischi (non pochi)

Agostino Macrì
15 Dicembre 2023
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Gli integratori alimentari “registrati” dal Ministero della Salute sono oltre 75000, ma “soltanto” 150 sono commercializzati come “integratori termogenici”. Questi ultimi  stimolano il consumo energetico giornaliero e sostanzialmente riducono la disponibilità delle calorie; infatti, in modo più o meno subdolo, sono pubblicizzati come prodotti in grado di favorire facilmente la riduzione di peso corporeo, senza doversi sottoporre a ferree diete accompagnate da faticosi esercizi fisici.

Come funzionano

Gli integratori termogenici agiscono direttamente  sui tessuti adiposi con due differenti meccanismi di azione, ma complementari tra loro.

Nel primo  si ha una attivazione metabolica del tessuto adiposo bruno (o BAT). L’assorbimento gastrointestinale delle sostanze termogeniche attiva un complesso circuito fisiologico che porta alla stimolazione diretta dell’adipocita, tramite anche il coinvogimento delle porzioni dorso-mediale e laterale dell’ipotalamo. Ne risulta l’attivazione  della termogenina (UCP), una pompa protonica posta sulla membrana mitocondriale interna, capace di aumentare la respirazione cellulare con conseguente dispendio energetico e anche la riduzione della produzione di nuove molecole energetiche.

L’altro meccanismo consiste nel “browning” del tessuto adiposo bianco (o WAT). Le sostanze termogeniche agiscono sugli adipociti stimolando la sirtuina (SIRT) che provoca la formazione di simil tessuto bruno, costituito da adipociti beige, con attività simile a quella dei BAT.

Le sostanze con attività termogenica sono numerose e molte di origine vegetale. Quella maggiormente conosciuta ed utilizzata  è la Caffeina estratta dai frutti della Coffea Arabica. Dalle foglie delle piante da tè, ed in particolare dalla Camelia Sinensis (tè verde), si ricavano dei polifenoli, di cui il più utilizzato per le formulazioni termogeniche è il Gallato di Epigallocatechina (EGCG). Altre sostanze sono la Sinefrina, estratta dalla buccia di arancia amara, la Capsaicina e dai capsinoidi, composti responsabili della piccantezza del peperoncino, l’Acido trans-cinnamico (TCA) della cannella, i ginsenosidi (come Rb1) del ginseng, il Resveratrolo, presente all’interno di frutti come uva e bacche, la Forskolina, estratta dalle radici della pianta Coleus forskohlii.  Possiedono un’importante attività termogenicia anche alcuni farmaci (come i beta adrenergici) ed il Cadmio. Tutte le sostanze menzionate agiscono con meccanismi riconducibili ad almeno uno dei processi descritti precedentemente. Tutte queste sostanze sono componenti naturali in alimenti di uso comune e sono ben tollerate e comportano anche dei benefici (esempio l’effetto piacevolmente stimolante della caffeina nel nostro “espresso”).

Negli integratori termogenici le quantità presenti sono decisamente molto superiori e oltre agli effetti “dimagranti” si possono avere numerosi effetti collaterali negativi in grado di danneggiare anche seriamente la salute.

Vediamone qualcuno. La loro assunzione è sconsigliata in presenza di patologie cardiovascolari, di affezioni neurologiche, insonnia e altre manifestazioni psicologiche e patologie gastroenteriche.  Effetti negativi si possono avere  nelle donne in gravidanza ed allattamento e negli adolescenti. Sostanze come la Caffeina e la Sirtuina, potenti attivatori metabolici di BAT, hanno la capacità di oltrepassare le barriere biologiche, come l’ematoencefalica e la placentare. Una volta raggiunti i centri regolatori nel cervello, possono influenzare processi come la respirazione e il flusso cardiovascolare, incrementando di fatto la frequenza degli attacchi di panico. In stato di gravidanza e allattamento possono insorgere numerose complicazioni legate alla fragilità del feto, come basso peso alla nascita, ritardi nello sviluppo cognitivo e condizioni di obesità infantile. Altri effetti avversi sono riconducibili alle catechine del tè verde, in grado di danneggiare il fegato provocando stress ossidativo agli epatociti; da non dimenticare gli estratti di peperoncino, capaci di causare o peggiorare danni alla parete del tratto gastrointestinale. Tutti gli effetti avversi, come quelli benefici, sono dose-dipendente.

Gli integratori in commercio, come si è letto, sono formulati sfruttando estratti di specifiche specie botaniche, e per tale motivo ne viene “magnificata” la “naturalità” e l’assenza di sostanze chimiche di sintesi. Questo può comportare l’errata convinzione che si tratti di prodotti molto sicuri. Purtroppo non tutti sanno che tra le sostanze naturali si celano potentissimi veleni e anche farmaci importanti utilizzati nella medicina tradizionale.

Gli integratori termogenici possono aiutare a perdere peso, ma la loro assunzione deve avvenire nel rispetto di stili di vita adeguati che dovrebbero includere un regime dietetico con un corretto apporto calorico e anche l’esercizio fisico, tenendo conto delle condizioni fisiologiche ed eventualmente  patologiche. Anche se si tratta di prodotti di libera vendita (il loro acquisto non richiede una prescrizione medica), prima di iniziare un ciclo di assunzione di integratori termogenici, si raccomanda la consultazione del proprio medico curante e/o altre figure perofessionali specializzate in nutrizione. 

Si segnala infine che, sul portale web VigiErbe, è possibile segnalare eventuali reazioni avverse sorte in seguito all’assunzione di integratori a base di estratti botanici direttamente all’Istituto Superiore della Sanità.

Gabriele Serra

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