CARNE SINTETICA: COSA DOBBIAMO SAPERE

La prospettiva della introduzione nella nostra alimentazione della carne sintetica ha provocato un ampio dibattito e l’opinione pubblica è divisa nettamente tra chi è favorevole e chi è contrario.

Le diverse posizioni sono nella maggior parte dei casi di ordine ideologico. In generale sono favorevoli gli animalisti e gli ambientalisti che con l’introduzione della carne sintetica vedono una limitazione degli allevamenti intensivi con una riduzione degli animali destinati al consumo alimentare e anche minori effetti negativi ambientali.

Chi è contrario ritiene che possano esserci effetti negativi sulla salute dei consumatori e anche ripercussioni economiche per le attività zootecniche senza reali benefici per il benessere animale e l’ambiente.

Le pubblicazioni scientifiche

Le pubblicazioni scientifiche sono molte e dalla loro lettura si possono trarre alcune informazioni, anche se ci sono diversi punti non molto chiari.

Al momento in tutto il mondo risulta che 45 aziende sono interessate alla produzione della carne sintetica e che esistono 12 impianti pilota. Si sta sperimentando la produzione di carne bovina, ma anche di pollo, canguro, salmone, tonno e persino il “foie gras”.

La tecnica di produzione è relativamente semplice; si tratta di fare crescere e riprodurre in vitro delle cellule “staminali” in modo da formare un “tessuto” che diviene la base per “costruire” la carne da mangiare.

Tecnica di produzione

Per crescere le cellule hanno bisogno di un “substrato“ liquido in cui sono disciolti dei nutrienti (sali minerali, zuccheri, vitamine, amminoacidi, fattori di crescita).

Man mano che le cellule si riproducono bisogna mettere a loro disposizione una “impalcatura” in modo da fornire uno spazio adeguato a strutturarsi in modo da essere successivamente lavorabili.

Una volta ottenuta la “carne”, questa deve essere lavorata e trasformata in polpette, bistecche o altri tagli; in questa fase può essere necessario utilizzare grassi (es. olio di palma) che conferiscono la necessaria consistenza, ma soprattutto apportano i lipidi che mancano. Altro problema da risolvere è l’integrazione con alcuni nutrienti presenti nella carne come la taurina e la vitamina B12. Infine, vanno aggiunti coloranti e aromatizzanti per rendere la carne sintetica simile a quella “naturale”.

Interrogativi

Anche se la tecnica di base è comune, ogni produttore adotta procedure e materiali diversi.

Le cellule staminali dovrebbero essere ricavate dai feti; non è però chiaro da dove si ottengono quelle dei polli e dei pesci. Inoltre, non è escluso l’impego di cellule somatiche (es. epiteliali) opportunamente “adattate”.

Il terreno di coltura ideale sembra essere il siero di sangue, ma questo richiederebbe il sacrificio di molti animali e quindi dovrebbero essere stati messi a punto dei “terreni” con composizione analoga al siero di sangue.

Le “impalcature” su cui vengono fatti crescere i tessuti divengono parte integrante della carne sintetica: dai dati disponibili risulta che possono essere di origine cellulosica, da collagene, chitinose e possono essere anche costruite con nanomateriali. La presenza di questi ultimi negli alimenti deve essere riportata nelle etichette.

Dovranno essere poi fatte le integrazioni con vitamine, sali minerali, componenti bioattivi della carne, coloranti e aromatizzanti e anche in questo caso ogni tipo di carne sintetica seguirà una specifica procedura.

Infine, nel confezionamento del prodotto finito (bistecche, polpette, ecc.) sarà probabilmente necessario utilizzare dei materiali di supporto come con funzioni di adiuvanti tecnologici.

Il panorama che sembra prospettarsi non è quello di una generica “carne sintetica” ma di una serie di prodotti alternativi della carne con caratteristiche diverse tra loro.

Quali prospettive

Anche se alcuni Paesi hanno già autorizzato l’uso alimentare della carne sintetica, nell’Unione Europea e quindi anche in Italia sarà necessaria una valutazione preventiva da parte dell’Autorità Alimentare (EFSA) in quanto si tratta di nuovi alimenti (novel food) . Con ogni probabilità verrà valutato singolarmente ogni tipo di carne sintetica e soltanto se non verranno ravvisati pericoli per la salute pubblica ne sarà consentita la commercializzazione e il consumo.

Conclusioni

La carne sintetica potrebbe essere un’alternativa alla carne tradizionale, ma è necessario porre la massima attenzione ai potenziali pericoli. Non si può ancora dire se sarà disponibile e quando nella UE e nel nostro Paese. Probabilmente ci vorrà ancora del tempo, ma sin d’ora è necessario richiedere la massima trasparenza nella differenziazione tra carne “tradizionale” e carne “sintetica” per mettere in condizione il consumatore di poter fare una scelta consapevole.

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commenti

Una risposta su CARNE SINTETICA: COSA DOBBIAMO SAPERE

  1. Tullio ha detto:

    Buonasera,
    trovo molto interessante la possibilità di coltivare in vitro delle cellule che possano presentare caratteristiche equivalenti alla carne animale.
    In linea di massima sarei favorevole allo sviluppo di tali tecnologie, a patto che sia possibile fornire adeguate garanzie sulla salubrità dei prodotti, mi lascia perplesso l’aspetto relativo al controllo di tali prodotti, abbiamo capito che la catena di controllo pubblica e privata è molto debole e, almeno in determinate aree geografiche e in specifici ambienti, è scadente e collusa con produttori senza scrupoli.
    La produzione “artificiale” di carne, oltre all’aspetto ideologico, che non mi interessa, presenta enormi vantaggi sotto il profilo ambientale; come sappiamo, l’allevamento è una delle attività umane più inquinanti e con un elevatissimo consumo idrico. Poco significativa l’obiezione relativa all’impatto sulla zootecnia, da sempre l’economia ha dei cicli positivi e negativi rispetto a determinati settori, si tratta di lavorare a politiche di lungo periodo, cosa poco familiare a chi governa, che, invece dovrebbe obbligatoriamente pensare in prospettiva.
    Grazie per l’ospitalità.

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