La conservazione degli alimenti tramite radiazioni è sicura?

Agostino Macrì
8 Maggio 2023
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Per la conservazione degli alimenti, in tempi relativamente recenti è stato introdotto il trattamento con le “radiazioni ionizzanti” emesse appunto da sostanze radioattive.  Ecco di che si tratta.

 

La deperibilità degli alimenti

Gli alimenti sono dei prodotti facilmente deperibili sia per l’azione di “fattori” esterni e in particolare dei microrganismi, sia per i fattori “intrinsechi” che sono i sistemi enzimatici ancora in attività nei vegetali, le carni, le uova, il latte di cui ci nutriamo. Entrambi le modalità di “deperimento” sono possibili soltanto in ambiente ricco di acqua.

Per conservare più a lungo gli alimenti è quindi necessario impedire lo sviluppo dei microrganismi e anche bloccare le attività “enzimatiche”.

I metodi “classici” per conservare gli alimenti sono:

  1. a) la “salagione” o il trattamento con zuccheri che grazie al fenomeno “osmotico” sottraggono l’acqua dagli alimenti;
  2. b) i trattamenti termici che uccidono i microrganismi e “denaturano” gli enzimi;
  3. c) il raffreddamento (refrigerazione e/o congelamento) che “blocca”, ma solo temporaneamente, i microrganismi e i processi enzimatici.

 

La conservazione tramite radiazioni

 

A fianco di questi metodi è stata introdotta in tempi relativamente recenti il trattamento con le “radiazioni ionizzanti” emesse appunto da sostanze radioattive.

Una puntuale descrizione della tecnica dell’irradiamento ci viene fornita dal Ministero della Salute secondo cui:

 “Il processo consiste nel sottoporre l’alimento a dosi ben definite di radiazioni ionizzanti che sono in grado di inattivare il materiale genetico delle cellule microbiche, con conseguente inibizione della suddivisione cellulare, e di inibire l’attività degli enzimi degradativi che provocano il deterioramento degli alimenti. Il trattamento viene quindi applicato per impedire/ritardare la germogliazione dei tuberi e dei bulbi, ridurre la carica microbica di batteri saprofiti in carni, pollame e pesci freschi, inattivare gli insetti infestanti, inclusi gli stati larvali e i parassiti, e i batteri patogeni in prodotti deperibili e in alimenti congelati. Pertanto, quando applicato nel rispetto della normativa vigente, tale trattamento è ritenuto sicuro. La normativa nazionale (Decreto Legislativo 30 gennaio 2001, n. 94), rispettando quanto dettato dalle direttive 1999/2/Ce e 1999/3/CE, stabilisce il campo di applicazione dell’irraggiamento, le finalità e le condizioni del trattamento, ivi comprese le sorgenti di radiazioni che possono essere utilizzate, le dosi che possono essere applicate, i requisiti igienici dei prodotti da sottoporre al trattamento e le categorie di alimenti che possono essere irradiate. Inoltre essa prevede l’obbligo di etichettatura e il controllo degli impianti e degli alimenti in fase di commercializzazione.”

 

Il parere dell’Efsa sulla conservazione degli alimenti tramite radiazioni

Tale tecnica è stata ritenuta efficace e sicura da parte dell’EFSA (Autorità Alimentare Europea). In particolare gli esperti hanno evidenziato una ottima capacità di eliminare i microrganismi patogeni eventualmente presenti negli alimenti. Hanno anche affermato che le sostanze chimiche prodotte negli alimenti a seguito di irradiazione sono sostanzialmente della stessa natura di quelle che si formano nei trattamenti termici.

 

Anche sulla base di questi pareri l’irradiazione è stata consentita per la conservazione di alcuni alimenti. In Italia si possono irradiare soltanto le cipolle, l’aglio e le patate.

Per verificare la correttezza dell’applicazione delle norme sulla irradiazione degli alimenti, ogni anno e in accordo con la Commissione della UE, viene fatto un piano nazionale per verifica eventuali irregolarità. I campionamenti degli alimenti da analizzare sono basati su criteri statistici in modo da ottenere una “fotografia” reale della situazione.

Su 384 campioni esaminati si è riscontrata una sola irregolarità e che ha riguardato un campione di pesce gatto importato dal Vietnam.

 

Le conclusioni del Ministero della Salute

Il Ministero ha anche prodotto un grafico che riporta i risultati ottenuti a partire dal 2015. 

Per semplicità, si riportano integralmente le conclusioni del Ministero della Salute e le indicazioni fornite per approfondire l’argomento.

In generale, la pianificazione dei controlli, attivata a decorrere dal 2015, ha permesso di uniformare le verifiche degli alimenti e dei loro ingredienti ai requisiti di autorizzazione ed etichettatura richiesti dalla normativa UE e nazionale in materia di trattamento con radiazioni ionizzanti. Inoltre, l’applicazione del Piano 2020-2022 ha consentito di garantire un flusso di informazioni adeguato usufruendo del nuovo sistema informativo S.I.N.A.I., nonché di fornire a tutti gli attori coinvolti una visione complessiva dei risultati conseguiti, sia regionali che nazionali, anche attraverso l’organizzazione di Convegni”.

 

 

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