Olio di palma

Agostino Macrì
27 Novembre 2012
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La palma è una delle piante più diffuse nelle zone a clima caldo. Dai suoi frutti si ottiene un olio molto importante come ingrediente alimentare, ma anche come costituente di saponi, di prodotti cosmetici e, più recentemente, per la produzione di biocarburanti. La produzione di olio di palma a livello mondiale è seconda soltanto a quella di soia. Per incrementare le produzioni, intere aree del sud est asiatico sono state deforestate e trasformate in piantagioni di palme con riflessi negativi sugli equilibri ambientali, mettendo a repentaglio l’esistenza di piante ed animali che in quelle zone hanno il loro habitat. La grande richiesta di olio di palma è legata alla sua composizione. In particolare è costituito da circa il 50 % di acidi grassi saturi che lo rendono simile ai grassi animali come il burro o il sego. Gli altri oli vegetali (soia, oliva, girasole, mais, colza, ecc.) sono costituiti prevalentemente da acidi grassi insaturi. L’elevata presenza di insaturi conferisce ai grassi una maggiore compattezza che è particolarmente ricercata nella produzione di molti prodotti dolciari. Infatti nella nostra tradizione alimentare viene fatto ampio ricorso al burro, alla panna, ma anche allo strutto e i grassi animali rientrano in molte ricette. L’industria alimentare ha elaborato nuovi alimenti che devono essere di gradimento dei consumatori, di basso costo e facilmente conservabili; per ottenere questi risultati vengono utilizzate materie prime con ottime qualità nutrizionali, con proprietà tecnologiche adeguate ed anche di basso costo. L’olio di palma, grazie al suo elevato potere calorico, la sua viscosità e la sua convenienza economica, si presta molto bene alla produzione di numerosi prodotti da forno dolci e salati e di altri prodotti dolciari in cui può sostituire e/o integrare i grassi del cioccolato. Bisogna dire che la composizione dei vari prodotti elaborati dall’industria alimentare è frutto di ricerche scientifiche molto accurate e le ricette sono spesso segrete e fatte in modo tale da non poter essere copiate. I prodotti dolciari sono generalmente costituiti da farine di cereali, zucchero, cacao, latte, uova ed anche grassi animali o vegetali. Il loro potere calorico è quindi molto elevato e spesso si aggira intorno alla 500 Kcalorie per ogni 100 grammi. Da un punto di vista nutrizionale gli acidi grassi saturi (che, come accennato sono presenti in grande quantità in quelli di origine animale e nell’olio di palma) sono considerati negativamente in quanto precursori del colesterolo. Si tratta di un argomento ancora molto dibattuto tra gli scienziati nutrizionisti, ma l’opinione prevalente è quella di ridurne il consumo giornaliero. Il problema non è soltanto quello del colesterolo, ma è soprattutto quello dell’obesità e del soprappeso che sono causati da un eccesso di assunzione quotidiana di Kcalorie provenienti dai vari nutrienti che costituiscono la nostra dieta (carboidrati, zuccheri ed alcol in particolare). Recentemente ha fatto molto scalpore la notizia che il Governo francese ha proposto di tassare l’olio di palma. Si deve ricordare che lo stesso Governo ha già applicato una tassazione alle bevande analcoliche che contengono elevate quantità di zucchero con lo scopo dichiarato di combattere l’obesità. Nel caso dell’olio di palma è stato aggiunto il motivo di tutelare l’ambiente disincentivando la coltivazione intensiva delle palme. L’industria alimentare, nel suo complesso, ha come obiettivo primario quello di affermarsi sul mercato incentivando i consumi. Bisogna obiettivamente ammettere che i singoli prodotti alimentari sono quasi sempre molto sicuri e di ottima qualità organolettica ed un loro consumo razionale non pone pericoli significativi per la salute. Il vero problema è rappresentato dagli errori alimentari che spesso vengono compiuti dai singoli cittadini anche sulla spinta di messaggi pubblicitari fuorvianti che fanno passare per light delle autentiche bombe caloriche, inducono al consumo di bevande zuccherate al posto dell’acqua o fanno passare l’alcol come benefico per il corpo e lo spirito. Il consumatore deve porre molta attenzione a quello che mangia e beve e ricordare che una persona in buone condizioni di salute non dovrebbe assumere oltre 2000 Kcalorie al giorno. Mangiando un etto dei vari snacks ne assume circa 500, con mezzo litro di una bevanda analcolica zuccherata (aranciata, cola, gassosa) circa 350 e la stessa quantità se ne assume con il consumo di mezzo litro di vino, con un piatto di pasta circa 400. Come si può vedere raggiungere il livello massimo di 2000 kcalorie è piuttosto facile e le conseguenze degli eccessi non si vedono subito. Bisogna aspettare qualche mese e sono facilmente verificabili sulla bilancia quando sarà necessario ricorrere al dietologo che ci farà anche pagare le sue consulenze per aiutarci a non mangiare. (Agostino Macrì)
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