Origine di frutta e verdura: chi deve dichiararla e perché è utile conoscerla

Agostino Macrì
1 Giugno 2021
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Varie organizzazioni politiche, sindacali, economiche, ci rivolgono costanti inviti a controllare l’origine degli alimenti che consumiamo e, possibilmente, consumare quelli interamente italiani.

 

Perché è utile conoscere l’origine degli alimenti.

Nei casi in cui si verificano delle malattie legate a un alimento è di fondamentale importanza conoscerne l’origine; in tal modo è possibile individuare il “focolaio” ed eliminare il pericolo evitando il ripetersi del danno ai consumatori.

La conoscenza dell’origine degli animali ammalati fu particolarmente utile alla fine del secolo scorso quando comparse la BSE (meglio conosciuta come “mucca pazza”). Fu infatti possibile risalire agli allevamenti infetti ed eliminare tutti gli animali presenti per evitare la diffusione della malattia. Fu un’operazione che comportò l’uccisione e la distruzione di milioni di capi bovini, ma la BSE venne completamente debellata.

In questo periodo storico esiste una grande abbondanza di alimenti e i produttori si trovano in concorrenza tra loro per conquistare fette di mercato sempre più ampie.

I nostri agricoltori e allevatori si trovano in una situazione complicata perchè le loro produzioni sono attualmente insufficienti a coprire i fabbisogni alimentari degli italiani.

La conseguenza è che siamo costretti a importare notevoli quantità di cereali, carne, latte, prodotti ittici, ma anche frutta e verdura.

La cosa paradossale è che alle volte gli agricoltori e gli allevatori non riescono a vendere i loro prodotti perché debbono affrontare costi di produzione superiori a quelli dei “competitor” stranieri; alle volte si trovano anche a dover affrontare ostacoli burocratici e organizzativi.

 

Come aiutare i nostri agricoltori.

Per cercare di conquistare i “consumatori” nazionali si sta cercando di convincerli a preferire gli alimenti interamente italiani obbligando anche i produttori a dichiararne in etichetta l’origine. 

Deve essere chiaro che gli alimenti che troviamo in commercio devono avere uguali requisiti di sicurezza siano essi di origine nazionale, sia d’importazione Deve essere altrettanto chiaro  che preferendo i prodotti italiani favoriamo la nostra economia.

In questo siamo facilitati dal fatto che nelle etichette troviamo sempre più frequentemente la descrizione dell’origine degli alimenti.

 

Origine dei prodotti ortofrutticoli.

Anche per i prodotti ortofrutticoli è necessario dichiararne l’origine e a sostegno di tale obbligo è stato emanato un provvedimento legislativo piuttosto complesso che cerchiamo di spiegare in modo semplice.

Sono obbligati a dichiarare l’origine della frutta e della verdura coloro che operano a “valle” degli agricoltori e che sono iscritti nella  Banca Dati Nazionale Operatori Ortofrutticoli (BDNOO).  Al BDNOO devono essere iscritti anche i dettaglianti e gli operatori agricoli che superano i 60.000 euro annui. In pratica la responsabilità primaria della dichiarazione di origine della frutta e la verdura ricade sugli operatori che trattano grosse quantità. A cascata sono coinvolti i piccoli dettaglianti che sulla base delle informazioni loro fornite dai “grossisti” scrivono su un cartoncino l’origine; non sempre però è molto agevole sapere se hanno scritto il vero. Indicazioni certe si trovano nei supermercati che fanno parte di catene organizzate iscritte al BDNOO.

Non deve essere indicata l’origine della frutta e della verdura nei seguenti casi:

  1. prodotti destinati ad essere trasformati industrialmente o in mangimi
  2. quelli che il produttore vende nella propria azienda direttamente ai cittadini
  3. quelli ceduti direttamente dai produttori ai cittadini nei mercati (farm market)
  4. quelli tagliati e puliti al momento della vendita
  5. i germogli commestibili.

 

In pratica quindi i luoghi di vendita della grande distribuzione e i fruttivendoli specializzati hanno l’obbligo di indicare l’origine della frutta e la verdura.

Non c’è un obbligo quando il venditore è lo stesso produttore sia nell’interno dell’azienda sia nei mercati in cui opera. In questi ultimi casi il consumatore deve fidarsi del rivenditore che, almeno in teoria, è interessato a vendere soltanto i suoi prodotti.

C’è però un’altra norma che consente ai produttori di vendere anche frutta e verdura di origine diversa dalla propria e anche in questo caso vale il rapporto di fiducia tra venditore e acquirente.

 

In conclusione:

  1. sapere che la frutta e la verdura sono di origine italiana non comporta nessun beneficio aggiuntivo sulla sicurezza
  2. consumare prodotti italiani è un ottimo aiuto per la nostra asfittica agricoltura e quindi è raccomandabile
  3. la dichiarazione di origine nella frutta e nella verdura che troviamo in vendita nei supermercati e nei negozi specializzati è da considerare affidabile
  4. per gli acquisti diretti dal produttore vale il rapporto di fiducia tra venditore e acquirente. Quest’ultimo ha il diritto di chiedere maggiori informazioni a chiarimento dell’origine della frutta e la verdura.
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