“Apriti sesamo”, ma senza ossido di etilene

Agostino Macrì
7 Ottobre 2020
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E’ passato del tempo da quando Alì Babà ordinava di aprire la porta del suo covo con la formula magica “Apriti sesamo”. Forse sin da allora le popolazioni arabe consumavano abitualmente il prezioso seme per le sue importanti proprietà nutrizionali e magari anche per la sua disponibilità. Il sesamo si ottiene da una pianta erbacea diffusa e coltivata in Asia (Cina, India e Birmania sono i principali produttori), in Africa (soprattutto il Sudan) e anche nel nostro Paese in Sicilia.

Ha un valore calorico molto alto (circa 570 kcalorie per 100 grammi) dovuto alla presenza di circa il 50 % di acidi grassi nella maggioranza insaturi. Interessante è il contenuto proteico (poco più del 20 %) e della fibra (intorno al 12%). E’ quindi ricco degli onnipresenti e tanto decantati antiossidanti che lo hanno trasformato da un alimento comune a un prezioso costituente della nostra dieta.

Si utilizza infatti tal quale (crudo o tostato) nelle prime colazioni, nella preparazione di insalate e di zuppe e minestre. E’ anche utilizzato per la preparazione di prodotti da forno (dolci e pane) per migliorarne la qualità e anche il valore nutrizionale.

 

Controlli del Belgio

Nel settembre del 2020 le Autorità di controllo del Belgio hanno segnalato al Sistema di Allerta Europeo RASFF), la presenza di ossido di etilene in semi di sesamo provenienti dall’India e destinato a essere distribuito negli altri Paesi della Comunità.

Evidentemente il Belgio ha posto particolare attenzione alle partite d’importazione di sesamo e alla fine del mese di settembre ne ha trovata un’altra contaminata con la stessa sostanza.

 

Ossido di etilene.

E’ una sostanza organica dalla formula C2H4O che già alla temperatura di 12 °C si trova allo stato gassoso. Ogni anno se ne producono milioni di tonnellate in tutto il mondo e viene utilizzato principalmente dall’industria chimica  per la sintesi di numerose sostanze.

E’ un potente antibatterico e antifungino e per questa proprietà e impiegato per la sterilizzazione di strumenti chirurgici e di altri materiale sanitari.

E’ anche impiegato per sterilizzare i biberon e in particolare le tettarelle.

Il più grave inconveniente è che si tratta di un gas fortemente irritante e in grado provocare gravi intossicazioni se assunto per via inalatoria e in quantità elevate. Un’esposizione prolungata per diverso tempo sembra che possa provocare tumori.

 

Perché nel sesamo.

I semi di sesamo possono essere danneggiati da muffe e batteri che possono comprometterne la commestibilità e anche la sicurezza alimentare. Per evitare che questo avvenga è necessario che la conservazione avvenga in condizioni ambientali adeguate facendo particolare attenzione all’umidità e alle temperature elevate oltre che la conservazione in ambienti areati.

Un pericoloso rimedio a cattive condizioni di conservazione e di trasporto è rappresentato dalla “gassificazione” con ossido di etilene del sesamo. Il gas ha la capacità di raggiungere tutti i chicchi di sesamo uccidendo eventuali batteri e muffe presenti. Ovviamente per ottenere gli effetti bisogna fare in modo che il gas rimanga a contatto a lungo con ii chicchi e ciò si può ottenere racchiudendoli in contenitori ermetici

A causa della sua pericolosità l’impiego non è assolutamente consentito negli alimenti. Possono esserci infatti dei gravi pericolo di esposizione per le persone che in qualche modo rischiano di inalarlo.

Chi rischia maggiormente sono gli operatori che dovessero manipolare il gas e anche quelli che aprono i contenitori contenenti il sesamo “gassificato”.

 

Pericoli per i consumatori.

I pericoli possono riguardare coloro che dovessero consumare i semi di sesamo trattati illegalmente nella forma “cruda” e che quindi  potrebbero “inalare” le tracce di residui presenti .

I problemi sono inesistenti consumando alimenti in cui il sesamo viene trattato termicamente (zuppe, pane, dolci di vario tipo). Il calore infatti fa evaporare l’ossido di etilene privando l’alimento cotto dei pericoli.

Conclusioni

L’ossido di etilene è un gas molto pericoloso che deve essere utilizzato con estrema cautela  e in nessun modo nella conservazione degli alimenti.

I pericoli ovviamente riguardano gli operatori compresi quelli che aprono le confezioni contenenti il sesamo gassificato.

I consumatori che consumano il sesamo crudo potrebbero correre qualche modesto pericolo.

Il consumo di prodotti cotti (pane, dolci, ecc.) non ha nulla da temere.

Nonostante questo non è assolutamente tollerabile l’impiego di ossido di etilene nella conservazione del sesamo.

 

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