Bevande analcoliche – Prima Parte

Agostino Macrì
2 Maggio 2012
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Il consumo di acqua in quantità adeguate (circa 1,5 – 2 litri giornalieri) è indispensabile per tutti noi. Lo stimolo della sete, che è maggiore durante i pasti o dopo intensa sudorazione, può essere facilmente soddisfatto consumando la migliore bevanda esistente che è l’acqua di rubinetto. A partire dalla fine del secolo XIX, sono state “inventate” nuove bevande sotto forma di soluzioni zuccherine contenenti varie sostanze chimiche e/o prodotti vegetali naturali sotto forma di estratti, infusi o spremute di agrumi cui è stata aggiunta l’anidride carbonica.

Di bevande gassate ne esistono di vari tipi che hanno la caratteristica comune di essere dolci grazie al contenuto di zucchero che si aggira intorno al 10 %. Esistono anche altre bevande analcoliche che invece dello zucchero contengono dei dolcificanti quali la saccarina, l’aspartame, lo stevia, ecc. spesso denominate “zero” in quanto non apportano calorie. Volendo fare una divisione, ci sono bevande che, oltre allo zucchero, contengono prevalentemente additivi chimici (cole, gassose, aperitivi, cedrate) e altre che contengono anche succhi di frutta o estratti vegetali (aranciate, limonate, chinotti, bevande al caffè o il tè).

Le bevande gassate muovono importanti interessi economici e commerciali. I messaggi pubblicitari sono spesso molto aggressivi e cercano di “indurre” il loro consumo anche vantando proprietà “salutari” non dimostrate. Il messaggio principale, particolarmente frequente con l’approssimarsi del periodo estivo, è quello che si tratta di un mezzo molto efficace per vincere la sete. Questo effetto dipende dalla presenza sia in molti tipi di acqua minerale che in tutte le bevande analcoliche gassate, dell’anidride carbonica. Dopo aver bevuto queste bevande, l’anidride carbonica si “libera” nel palato e raggiunge le papille gustative che regolano lo stimolo della sete, esercitando un effetto “paralizzante” con la conseguente scomparsa momentanea del desiderio di bere. L’effetto però ha una durata piuttosto breve e, una volta cessato, la sete ricompare. Conseguentemente, si viene indotti a bere nuovamente la stessa bevanda che in precedenza ha dato un’apparente sensazione di benessere.

Altro elemento importante delle bevande gassate è la presenza di zucchero o di sostanze dolcificanti. Numerosi studi scientifici lasciano ritenere che l’assunzione di zucchero dia assuefazione o addirittura una vera e propria dipendenza. Questi fenomeni sembrano dipendere dalla reazione del cervello che produce dei “mediatori” chimici che, a loro volta, inducono un sempre maggiore consumo alimentare di zucchero. Bisogna tenere conto che cento millilitri di una qualsiasi bevanda analcolica zuccherata contengono oltre 40 Kcalorie. Il consumo quotidiano calorico raccomandato non dovrebbe superare le 2000 Kcal. Come accennato la quantità di bevande che dovremmo assumere ogni giorno è dell’ordine dei due litri. Ebbene se dovessimo seguire i messaggi pubblicitari che ci invitano sostanzialmente a sostituire l’acqua di rubinetto con le bevande zuccherate, andremmo ad assumere tra le 600 e le 800 Kcal al giorno che corrispondono a circa la metà dei nostri fabbisogni quotidiani.

Volendo comunque bere bevande zuccherate, per evitare i fenomeni dell’obesità, bisognerebbe ridurre drasticamente il consumo di altri alimenti quali pasta, pane, dolci ecc. Sulla base di queste considerazioni, e per quanto riguarda gli  effetti sulla sete, la raccomandazione è quella di limitare fortemente  il consumo di bevande analcoliche zuccherate e di non associarlo ai pasti. Per meglio esemplificare le situazione si fa rilevare che bevendo un bicchiere di queste bevande mentre si mangia una pizza margherita è come se si versasse sulla stessa qualche bella cucchiaiata di zucchero. Probabilmente non è il massimo della dieta mediterranea.

Roma, 02 maggio 2012

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