Aflatossine: cosa sono e perché si trovano nei pistacchi

Agostino Macrì
15 Dicembre 2011
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I Servizi di Prevenzione della ASL di Bologna hanno individuato e sequestrato a una partita di 6,5 quintali di pistacchi provenienti dall’Iran, contaminati con Aflatossine ad una concentrazione superiore di 100 volte a quella ammessa. Le Aflatossine sono delle sostanza naturali, appartenenti  alla categoria delle micotossine, che possono formarsi con lo sviluppo di funghi microscopici; tale sviluppo è particolarmente visibile quando negli alimenti si formano delle muffe.

Con lo sviluppo delle muffe possono prodursi altre micotossine potenzialmente pericolose  (come l’ocratossina), ma anche altre, come gli antibiotici, che invece sono   state sfruttate in medicina per produrre dei farmaci. Studi tossicologici condotti su animali da laboratorio ed anche su microrganismi hanno dimostrato che le aflatossine, ed in particolare la B1, sono sostanze cancerogene e mutagene. Esistono anche studi epidemiologici condotti su popolazioni umane esposte ad elevati livelli di aflatossine, che dimostrano la loro pericolosità nella induzione dello sviluppo di tumori. Le “muffe”, che possono aggredire molti alimenti ed  in particolare i vegetali come le leguminose ed i cereali,  si formano quando esistono condizioni favorevoli rappresentate da una temperatura intorno ai 30 ° C e ad un forte tasso di umidità. Queste condizioni possono verificarsi durante il trasporto delle merci con le navi e quindi esiste il pericolo potenziale di produzione di “ammuffimento” per cui le Autorità di controllo prestano molta attenzione alle merci di importazione come appunto è avvenuto per la partita di pistacchio sequestrata a Bologna.

Le norme di legge attualmente esistenti impongono limiti molto severi alla concentrazione di Aflatossine negli alimenti ed il loro superamento ne impone la distruzione. Proprio grazie alle norme esistenti esiste una buona garanzia sulla sicurezza della frutta secca (pistacchi, arachidi, noccioline, ecc.) ed anche sui cereali quali il frumento, il riso, il mais per quanto riguarda le microtossine. Come accennato si tratta di un problema legato alla formazione di muffe negli alimenti che può essere risolto mantenendoli in ambienti asciutti e possibilmente refrigerati. Tali condizioni non sempre possono essere mantenute nel caso di merci di importazione e per questo i controlli debbono essere frequenti e puntuali.

Molte delle merci arrivano allo stato grezzo e vengono avviate alla trasformazione industriale; compito delle industrie di trasformazione è quello di evitare che materie prime contaminate vengano mescolate con altre di migliore qualità. Nel caso dei pistacchi esistono ottimi prodotti italiani che non debbono sopportare lunghi viaggi e quindi, almeno per quanto riguarda le aflatossine, possono essere considerati più sicuri di quelli di importazione.

Il consiglio che si può dare ai consumatori è quello di controllare visivamente la frutta secca acquistata allo stato sfuso e di non consumare quella che presenta evidenti segni di ammuffimento. Questa osservazione vale soprattutto per le arachidi tostate ed i pistacchi.

Nel caso dei prodotti confezionati le garanzie sono maggiori in quanto le aziende produttrici debbono effettuare dei controlli sulle aflatossine e quindi garantire la sicurezza dei propri prodotti.

Roma, 4 dicembre 2011

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