Misure protettive contro il Coronavirus: tra efficacia e bufale

Agostino Macrì
29 Aprile 2020
Condividi su

L’epidemia Covid-19 ha sconvolto le nostre abitudini “sociali”. Con la chiusura di bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e altri luoghi di ritrovo ci troviamo tutti spaesati e soprattutto impauriti da quanto potrà succedere quando finalmente il peggio sarà passato.

I nostri governanti ci stanno dicendo che il rientro sarà “graduale” e che prima di raggiungere la “normalità” ci vorrà del tempo.

Dobbiamo ricordare che il Covid-19 si trasmette per via inalatoria da persona ammalata a persona sana e che la malattia si è diffusa tra le persone che non hanno adottato le necessarie misure precauzionali che consistono essenzialmente nel proteggersi dagli “aerosol” prodotti dagli starnuti o dalla tosse delle persone ammalate.

Importante, ma forse meno grave, è toccare con le mani le superfici e/o gli oggetti dove sono “piovute” le goccioline prodotte con gli starnuti o la tosse sempre dalle persone ammalate. Se portiamo alla bocca o al naso le mani “inquinate”, possiamo inalare il virus presente e contagiarci.

Per accelerare i tempi verranno probabilmente prese delle misure cautelari in funzione delle attività che riprenderanno a funzionare, ma  è molto importante essere informati sull’importanza e sul significato delle stesse misure cautelari.

Distribuzione degli alimenti

Cominciamo a guardare il settore della distribuzione degli alimenti (negozi di alimentari, supermercati, mercati rionali, ecc.). Bisogna dire subito con chiarezza che gli alimenti che acquistiamo possono rappresentare un pericolo soltanto se qualche persona ammalata ci starnutisce o tossisce sopra. Se qualcuno prende con le mani il prodotto “infetto” e poi le porta al naso non si può escludere la possibilità di contagio.

Va però detto che tutti gli esercenti hanno l’obbligo di seguire le procedure imposte dagli HACCP che sostanzialmente sono finalizzate ad impedire ogni rischio di “contaminazione” microbica e quindi evitare possibili tossinfezioni alimentare. Tra le misure previste dagli HACCP c’è anche quella di disinfettare accuratamente le superfici in cui potrebbero annidarsi i microrganismi. Seguendo tali norme il virus del Covid-19 non ha scampo.

La misura di portare mascherine e guanti è quindi sufficiente per evitare pericoli di infezioni attraverso gli alimenti.

Ristorazione collettiva

In bar, ristoranti, fast food, trattorie, agriturismi ecc., la preparazione del cibo e delle bevande avviene anche in questo caso nel rispetto delle norme HACCP. Questo significa che il piatto che ci porta il cameriere o che prepariamo con il “self service” è salubre. Il problema potrebbe sorgere se, come nella situazione precedente, una persona ammalata starnutisce o tossisce sopra il cibo. Il personale del locale deve rispettare le norme di sicurezza previste ed è obbligato a portare le mascherine. In molti locali questo avviene già da prima del Covid-19. Il problema non è pertanto il cibo, ma l’assembramento delle persone. Non è infatti pensabile di mangiare o bere con le mascherine e quindi l’unica misura ragionevole è quella di mantenere una distanza di sicurezza tra le varie persone che è stata stabilita in almeno un metro.

L’applicazione di queste misure appare inevitabile almeno fino a quando esistono persone ammalate.

Gli esercenti debbono escogitare delle procedure per tenere il più possibile separati i clienti e inevitabilmente ci sarà una forte diminuzione dell’affluenza. In pratica potrebbe esserci  una sostanziale riduzione dei clienti e contemporaneamente un aumento delle spese di gestione. Le conseguenze si vedranno nel conto finale. Probabilmente le strutture di ristorazione che praticano una politica di prezzi bassi confidando su un numero elevato di clienti dovranno adeguarsi e chiaramente alzare i prezzi.

Non è escluso che molti saranno costretti a chiudere la loro attività.

Esercizi turistici

I luoghi molto frequentati quali le spiagge, i parchi pubblici, le imbarcazioni adibite a gite lacuali o marine, i siti archeologici, i musei, ecc. dovranno anche loro organizzare  l’afflusso dei turisti. Tutto il mondo degli operatori del settore dovrà adeguarsi e anche in questo caso è prevedibile una forte riduzione degli introiti.

Ovviamente si può anche prevedere una riduzione delle attività alberghiere con un calo dell’occupazione.

Conclusione

Nella situazione attuale non sono pochi quelli che approfittano della situazione per lucrare sulla paura delle persone.

I guanti e soprattutto le mascherine, di fondamentale importanza per la prevenzione della diffusione del virus e che in un primo momento erano scarsamente disponibili, sono state oggetto di vergognose speculazioni. 

Altrettanto gravi sono state le proposte di “terapie” la cui efficacia non è stata provata e che probabilmente sono state oggetto di truffe.

Si sta diffondendo l’offerta di “disinfezioni” radicali di ambienti interni e/o addirittura di spazi aperti da parte di operatori più o meno qualificati.

Come accennato, il Covid-19 si può contrarre con la vicinanza senza protezione a persone ammalate. Una contaminazione ambientale significativa si può avere nei luoghi dove esistono delle persone ammalate che starnutiscono o tossiscono senza nessuna precauzione. Si tratta tuttavia di contaminazioni rare e comunque localizzate. Pensare di intervenire con disinfezioni massicce è come sparare con un “bazooka” su un moscerino.

La cosa migliore rimane quella di seguire le indicazioni fornite dalle nostre autorità ribadendo che un corretto uso di mascherine e di guanti è la misura precauzionale veramente efficace.

Informazioni dettagliate si possono trovare  sul Rapporto ISS CPVID-19, n. 17/2020  “Indicazioni ad interim sull’igiene degli alimenti durante l’epidemia da virus SARS-CoV-2”

Condividi su: