Micotossine: che cosa sono e come difendersi

Agostino Macrì
30 Settembre 2015
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Le micotossine, che si sviluppano in alcuni alimenti, posso rappresentare un pericolo per il nostro organismo, per questo è bene adottare alcuni accorgimenti dall’acquisto fino alla tavola. Prima però è bene spiegare cosa intendiamo per “micotossine”: si tratta di sostanze naturali prodotte da alcuni funghi microscopici che in condizioni a loro favorevoli (umidità e temperature relativamente elevate) possono svilupparsi nell’interno di gran parte dei nostri alimenti; possono infatti trovarsi nella frutta secca (arachidi, pistacchi, ecc.), nei cereali (frumento, riso, mais, ecc.), nei legumi, nel caffè, nelle marmellate, nelle conserve, nella birra, nel vino, ed in altri ancora. Si sa che le micotossine sono alcune centinaia, ma soltanto di poche se ne conosce la pericolosità. Alcune di esse, come la aflatossine, sono cancerogene ed altre sono in grado di causare seri altri effetti tossici. Ovviamente la pericolosità è legata alla dose che ne viene assunta. In ogni caso è bene evitare il pericolo cercando di consumare alimenti “incontaminati”. La contaminazione degli alimenti si può avere lungo tutta la “filiera” di produzione dal campo alla tavola. Le leggi esistenti obbligano i produttori ed i trasformatori degli alimenti a rispettare norme di sicurezza molto rigorose e tali da minimizzare la presenza di micotossine negli alimenti che noi acquistiamo. I pericoli sono però sempre presenti e per evitarli è opportuno che i cittadini seguano alcune semplici norme che di seguito vengono riportate.   Acquisto.
  • Rivolgersi a canali di distribuzione legali (negozi di alimentari, mercati rionali, supermercati). Fare molta attenzione o diffidare da venditori occasionali o non autorizzati.
  • Fare attenzione alla data di scadenza del prodotto e che sia conservato in modo idoneo.
  • Verificare le condizioni di freschezza del prodotto e, soprattutto, l’assenza di muffe.
  • Se si acquistano dei cereali “integrali” da utilizzare per fare pane, dolci o altri prodotti, fare molta attenzione che non ci siano anomalie cromatiche o tracce di muffe.
  • Analoga cautela deve essere posta nell’acquisto di prodotti “sfusi” come le arachidi, i pistacchi ed altra frutta secca.
   Gestione domestica 
  • Le muffe si sviluppano in ambienti umidi, quindi si raccomanda di conservare gli alimenti in luoghi asciutti.
  • Alcune muffe possono svilupparsi anche sugli alimenti messi in frigorifero
  • Se qualche alimento si ammuffisce o presenta tracce di muffa è bene non consumarlo.
  • “Ripulire” gli alimenti dalle muffe potrebbe non essere sufficiente per eliminare le eventuali micotossine prodotte
  • La cottura può uccidere le muffe, ma non inattivare le micotossine.
  • Alcuni alimenti contengono additivi antimuffa che consentono un “allungamento” della vita dei prodotti. Questo però non è consentito  negli alimenti biologici, pertanto se ne consiglia un consumo sollecito.
  Come conclusione si può affermare che il rischio di una contaminazione con micotossine dei nostri alimenti esiste, ma che è possibile prevenirlo facendo degli acquisti oculati ed anche  “gestendo”  correttamente quello che dobbiamo mangiare.
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