La tradizione dei cenoni

Agostino Macrì
20 Dicembre 2016
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Le festività di fine  anno sono arrivate. Il Natale, nella tradizione Cristiana, è caratterizzato da una profonda spiritualità. Il capodanno invece è una festa in cui prevale l’aspetto laico e anche ludico. In entrambe le festività è consuetudine passare la vigilia mangiando fino al raggiungimento della mezzanotte. A quell’ora a Natale si assiste alla Santa Messa, mentre a capodanno si fa baldoria tra canti, balli, fuochi artificiali e libagioni. La diversità delle ricorrenze caratterizza i menù dei cenoni delle vigilie.

Nel caso del Natale si mangia di “magro” con piatti a base di prodotti ittici e di vegetali, mentre a Capodanno entrano prepotentemente in campo le carni bovine, suine, volatili, ecc. Ovviamente le abitudini variano nelle diverse località in funzione anche dei vari cibi tradizionali.

Cerchiamo di scorrere i possibili menù.

Nella vigilia di Natale è un susseguirsi di piatti a base di prodotti ittici, crostacei, molluschi e pesci, accompagnati da vegetali, dagli antipasti fino  ai secondi piatti. La variabilità dei piatti è molto ampia.

In alcune regioni, ed in particolare in Campania, nel cenone non può mancare il “capitone” di cui parliamo in modo più dettagliato nel sito in Il capitone: da piatto “povero” ad alimento di lusso?

Nella vigilia di Capodanno invece gli alimenti di origine animale, carne, latte e uova, sono decisamente predominanti  e passa dai salumi, alle paste condite con carni e grassi animali, agli arrosti e alle grigliate di carne. Un piatto classico del capodanno è il cotechino (o lo zampone) con le lenticchie che si mangiano in prossimità della mezzanotte.

Per finire in bellezza, in entrambi le vigilie, c’è un trionfo di frutta fresca e secca e soprattutto di dolci di cui il nostro Paese è straordinariamente ricco. Non bisogna poi dimenticare i vini che accompagnano le varie pietanze.

Con il passare del tempo, i cenoni, che tradizionalmente si consumano a casa con parenti e amici, si svolgono con sempre maggiore frequenza in locali pubblici.

Cerchiamo di capire cosa conviene fare.

Il cenone in casa, soprattutto quello di Natale, è un forte richiamo ai legami familiari, ma comporta una serie di piccoli problemi che non bisogna sottovalutare. In particolare il lavoro che viene richiesto per fare la spesa, cucinare, lavare i piatti e le pentole, sparecchiare, recuperare gli avanzi, ecc.

L’acquisto degli alimenti richiede tempo e pazienza soprattutto quando bisogna approvvigionarsi dei prodotti freschi come i prodotti ittici, le carni, la frutta, la verdura. Per mantenere le migliori qualità organolettiche questi prodotti dovrebbero essere acquistati poco prima che vengano cucinati. Questo provoca un “intasamento” nei centri di vendita e quindi è opportuno prenotare con un certo anticipo quello che si vuole acquistare.

Non sono rari i casi di rivenditori che approfittano della situazione per un “ritocco” verso l’alto dei prezzi. Conviene quindi pattuire il prezzo al momento della prenotazione per evitare brutte sorprese al conto finale dovendo pagare a prezzo di affezione una spigola o il cappone.

Diversa è la situazione per i prodotti industriali confezionati (pasta, salumi, tonno in scatola, formaggi, oli, ecc.) e per i vini che non dovrebbero subire particolari oscillazioni.

Molto interessante è l’andamento del prezzo dei dolci natalizi. Fino a non molti anni fa per panettoni, pandori, torroni, ecc., rimaneva alto fino alla vigilia delle feste, per poi subire una drastica riduzione. Adesso invece è normale trovare questi prodotti a prezzi molto convenienti anche prima delle festività. Si tratta di una strategia commerciale per attrarre clienti che, affascinati dallo sconto, entrano nell’esercizio e comprano tutto quello che a loro serve. Bisogna però fare attenzione a non esagerare negli acquisti per evitare poi di dover buttare il cibo che avanza.

Infatti generalmente si prepara molto più di quello che viene effettivamente mangiato. E’ quindi opportuno in questi casi “porzionare” il cibo che avanza e riporlo in frigorifero e/o nel freezer in modo da poterlo consumare nei giorni successivi evitando gli sprechi.

Ovviamente consumando il cenone in un locale si evita molto lavoro, anche se i costi possono essere molto più elevati e si finisce con il perdere la convivialità familiare tipica delle feste natalizie.

La raccomandazione è sempre quella di non eccedere troppo nei consumi.  Sicuramente il valore raccomandato delle circa 2000 Kcalorie al giorno viene facilmente superato, ma bisogna ricordare quanto affermano alcuni nutrizionisti ovvero che non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma fra Capodanno e Natale.

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