Alimenti “voluttuari”: facciamo attenzione

Agostino Macrì
7 Gennaio 2020
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L’alimentazione è una necessità di cui nessuno può fare a meno. L’acqua, i carboidrati, i grassi, le proteine sono assolutamente insostituibili. Sono poi di fondamentale importanza   le vitamine, i sali minerali, gli “antiossidanti” che assicurano il corretto mantenimento delle funzioni vitali e che fanno parte dei cibi che possiamo definire “semplici”.

La maggior parte di questi alimenti possiede delle caratteristiche organolettiche specifiche che li rendono appetibili.

Per migliorare l’appetibilità i cibi sono sottoposti a trattamenti culinari che vanno dalla cottura al condimento con spezie che conferiscono sapori e odori gradevoli.

La nostra alimentazione è molto complessa perché al cibo di “base” (cereali, leguminose, carne, latte, uova, frutta, verdure), si accompagnano  prodotti le cui funzioni nutrizionali sono discutibili, ma che sono gradite dai consumatori. Possiamo definire tali prodotti come “voluttuari” perché appagano i nostri sensi senza apportare concreti benefici nutrizionali, se non addirittura risultare dannosi.

Passiamoli in rapida rassegna.

Bevande alcoliche.

Si ottengono dalla fermentazione dei carboidrati (zuccheri e amidi) della frutta o dei cereali. Si tratta del vino, la birra, il sidro  (vino, birra, aperitivi, digestivi, superalcolici) sono consumate in diverse occasioni; il loro significato nutrizionale è modesto anche se hanno un elevato potere alcolico. Gli eccessi però causano seri effetti collaterali negativi.

Anche se le informazioni scientifiche disponibili suggeriscono di moderarne e anche di trasferire informazioni corrette ai consumatori,

c’è una forte resistenza dei produttori a introdurre nelle etichette informazioni sul valore nutrizionale delle bevande alcoliche.

Sono disponibili delle “birre” con bassissimi livelli di alcol e dei surrogati di vini e spumanti anch’essi analcolici che si possono definire “voluttuari” in quanto appagano comunque il desiderio di consumare bevande alcoliche.

“Infusi” vegetali”.

Tra gli infusi vegetali il caffè e il te sono quelli di maggior consumo. Il loro successo è dovuto alla presenza della caffeina (o teina).  Questa sostanza naturale è un alcaloide con importanti effetti sul sistema nervoso che aumenta il livello di attenzione ed è anche in grado di combattere lo stato di sonnolenza.

La caffeina ha anche un’azione vasocostrittrice e per tale motivo trova impiego terapeutico per combattere alcune cefalee. Tale effetto però può essere dannoso per persone cardiopatiche a cui viene sconsigliato il consumo di alimenti contenenti caffeina.

Per chi ha paura di andare incontro a insonnia e per le persone cardiopatiche esistono il caffè decaffeinato e il te deteinato. Si ottengono eliminando l’alcaloide mediante processi di estrazione che una volta erano fatte con solventi organici che potevano restare come residui. Attualmente si utilizzano metodi molto più sicuri senza solventi.

Considerando che il consumo di caffè e di te è legato agli effetti della caffeina sul sistema nervoso, le bevande decaffeinate sembrano non avere utilità effettiva.

Bevande gassate.

Nella seconda parte del secolo scorso c’è stato il “boom” delle bevande gassate  i cui componenti fondamentali sono acqua, zucchero e anidride carbonica a cui, a secondo della bevanda, sono aggiunti succhi di agrumi, additivi chimici, aromi e anche sostanze stimolanti come la caffeina.

Pesanti campagne mediatiche hanno indotto molte persone a introdurre nelle loro abitudini alimentari queste bevande, magari associandole ai pasti. Ne è derivato un eccesso di consumo indiretto di zucchero ritenuto causa di sovrappeso e di obesità.

Per fare fronte al problema si è pensato bene di eliminare lo zucchero sostituendolo con dolcificanti acalorici e altri additivi chimici. Sono così sorte le bevande senza zuccheri, ovvero delle soluzioni acquose gassate di sostanze chimiche che poco hanno a che fare con gli alimenti.

Le aziende produttrici di bevande sono pesantemente impegnate a “inventarne” delle alternative a quelle “classiche” cercando di convincere i consumatori della bontà dei loro prodotti; si trovano in commercio acque minerali a vari aromi e soluzioni acquose colorate con accattivanti nomi di fantasia.

Caramelle e gomme da masticare.

Nelle caramelle e le gomme da masticare classiche lo zucchero è presente in misura rilevante. Questi prodotti rimangono in bocca per tempi piuttosto lunghi e possono attaccarsi ai denti favorendo lo sviluppo della carie.  Ovviamente consumi elevati possono anche contribuire all’obesità. Per risolvere i problemi si è pensato di sostituire lo zucchero con dolcificanti di sintesi. Attualmente la maggior parte delle caramelle e delle gomme da masticare sono senza zucchero. Ci sono anche delle caramelle a base di “polioli” (carboidrati con basso o nullo valore calorico) veicolo di aromi propagandate per le loro proprietà benefiche.  

Conclusioni.

Gli alimenti e le bevande, oltre che coprire i nostri fabbisogni nutritivi, debbono anche essere gradevoli e a questo ci hanno pensato sia la natura, sia le tecniche culinarie.

Gli alimenti voluttuari sono complementari e la loro utilità in alcuni casi può essere discutibile. Si tratta però di un settore che muove imponenti interessi economici e l’industria alimentare è impegnata nel capire quali possono essere gli spazi “liberi” e anche nel “creare” interessi da poter poi soddisfare.

E’ comunque molto difficile capire se si tratta di un servizio finalizzato al benessere dei cittadini, oppure della ricerca di profitti sempre maggiori .

Un fatto è però certo : gli alimenti “voluttuari” incidono nella nostra spesa e un minimo di attenzione sulla loro utilità o meno quando li acquistiamo non guasta.

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