Mozzarella blu: perché e quali pericoli

Alcuni cittadini hanno segnalato all’Unione Nazionali Consumatori il ritrovamento di “mozzarelle” con una colorazione blu celeste e hanno chiesto informazioni sull’eventuale pericolosità. Cerchiamo di fare insieme chiarezza.

Tecnica di produzione della mozzarella.

Nella caseificazione la prima fase della lavorazione consiste nel fare “coagulare” il latte pastorizzato a una temperatura indicativa di 35 °C mediante l’aggiunta di caglio o altro coagulante. E’ necessaria l’acidificazione del latte per fare agire il caglio in modo ottimale; essa è ottenuta attraverso aggiunta di una soluzione di acido citrico, o lattico, o attraverso l’acidificazione con fermenti lattici. La massa solida ottenuta, evacuando il siero, è costituita da proteine e grassi e prende il nome di “cagliata”.

Nella produzione dei formaggi all’originaria “cagliata” viene generalmente data una forma e lasciata “maturare o stagionare” per tempi più o meno lunghi (Per Grana Padano e Parmigiano reggiano oltre un anno). Le caratteristiche organolettiche variano in funzione del tempo di maturazione e dei microrganismi aggiunti. Ad esempio il gorgonzola o altri formaggi “erborinati” assumono le caratteristiche organolettiche particolari grazie all’aggiunta di “muffe” selezionate e sicure già nel latte.

Nel caso della mozzarella la “cagliata” viene sottoposta alla “filatura” che consente di trasformarla in “sfoglie” sottili; queste ultime sono successivamente lavorate e formate fino a ottenere il prodotto finito a forma di “palla” oppure di trecce o di altre forme e dimensioni. In questa fase è necessario utilizzare dell’acqua sia per raffreddare e dare consistenza alle mozzarelle, sia sotto forma di “salamoia” per dare il sapore “salato” al prodotto.

La mozzarella viene poi messa in vendita in sacchetti o in vaschette insieme al liquido  di “governo”.  Soltanto ai caseifici è consentito vendere direttamente la mozzarella che viene “pescata” da vasche in cui si trova nel liquido in cui è stata lavorata.

Come avviene la colorazione.

L’acqua che viene a contatto con la mozzarella, di pozzo o di rete ma comunque potabilizzata, può contenere particolari microrganismi “saprofiti” presenti nell’ambiente e privi di pericoli per i consumatori.

L’insidia per le mozzarelle nasce dalla possibile presenza di batteri nell’acqua utilizzata nella lavorazione e in particolare degli Pseudomonas. Questi microrganismi quando si sviluppano hanno la capacità di produrre dei “pigmenti” di diversi colori; se lo sviluppo avviene sulle mozzarelle, queste ultime appaiono colorate.

Gli Pseudomonas sono molto diffusi nell’ambiente e se le confezioni della mozzarella non sono completamente integre, oppure se si lasciano un certo tempo esposte all’aria dopo l’apertura, esiste la possibilità che i microrganismi si sviluppino colorandole.

Tale evenienza è inoltre più probabile quando la temperatura ambiente è più elevata, come avviene in estate. e dunque la catena del freddo può essere compromessa o più difficoltosa da mantenere.

Quali prevenzioni.

La prima è quella che fanno le aziende casearie utilizzando acqua priva di Pseudomonas e controllando costantemente le caratteristiche microbiologiche.

La seconda riguarda la “filiera di distribuzione, che deve controllare l’integrità delle confezioni e anche garantire che le temperature siano sufficientemente basse e tali da non consentire lo sviluppo dei microrganismi.

Infine gli stessi consumatori debbono prestare attenzione al momento dell’acquisto verificando sia la qualità delle mozzarelle, sia e soprattutto le date di scadenza. Ovviamente è anche opportuno che il prodotto, una volta aperto, sia consumato in tempi ragionevolmente brevi (uno, due giorni) anche se la data di scadenza è ancora di qualche giorno.

Pericoli.

Non è consigliabile consumare le mozzarelle “colorate” sia per un senso di repulsione, sia e soprattutto perché indicano delle anomalie lungo la “filiera” di produzione e distribuzione.

Se si trova una mozzarella colorata si consiglia di riportare le mozzarelle al rivenditore chiedendo il rimborso o la sostituzione, o meglio di informare il produttore utilizzando il numero indicato sulla confezione.

In ogni caso si ribadisce l’assenza di pericoli anche se accidentalmente le mozzarelle “colorate” dovessero essere consumate.

Commenti da Facebook

commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • ARCHIVIO NEWS