Bevande decaffeinate: ci sono pericoli?

Agostino Macrì
7 Dicembre 2016
Condividi su

La caffeina, è una sostanza naturale presente in alcuni vegetali ed in particolare  nelle piante e/o nei frutti di caffè, cacao, , cola, guaranà e mate. Da queste piante si ottengono degli infusi o, come nel caso del cacao, in combinazione con altri ingredienti (latte, zucchero, cereali, ecc.) degli alimenti che contengono la caffeina in diverse concentrazioni. La caffeina è una difesa naturale che consente alle piante di combattere i loro “aggressori” come gli insetti e artropodi erbivori con un’azione paralizzante.

Nell’uomo il consumo di alimenti e bevande contenenti caffeina ha un effetto stimolante ed è la sostanza “psicoattiva” maggiormente utilizzata in tutto il mondo. Nonostante che potrebbe essere considerata uno stupefacente, non esistono norme di legge che ne limitino il consumo. Infatti, il caffè, il te e il cioccolato sono universalmente consumati senza particolari vincoli.

Esistono però delle situazioni fisiologiche o patologiche (gravidanza, alcune malattie cardiovascolari, ecc.) dove il consumo di caffeina deve essere ridotto o totalmente eliminato.

Il caffè e il te sono bevande che, oltre alla caffeina, contengono numerose altre sostanze che conferiscono sapori e odori gratificanti per il palato e possono essere utili per favorire alcune funzioni fisiologiche.

Proprio per andare incontro alle esigenze di chi deve limitare o evitare il consumo di caffeina, sono state sviluppate delle tecnologie che la eliminano dal te o dal caffè.

La prima tecnica consiste nella “estrazione” della caffeina dal caffè o dal te con il Diclorometano. Si tratta di un solvente organico che ha la capacità di “sciogliere” la caffeina e quindi di “asportarla” dal te o dal caffè. La “soluzione” si può allontanare con facilità e quindi rimane il prodotto senza caffeina. Il Diclorometano è potenzialmente tossico, ma è sufficiente un riscaldamento per eliminare eventuali residui pericolosi.

Un altro metodo molto efficace per allontanare la caffeina si basa sulle capacità estrattive dell’anidride carbonica “supercritica” (in pratica allo stato liquido). Con questo metodo (quello normalmente impiegato allo stato attuale) non esiste il rischio di residui potenzialmente pericolosi.

In conclusione chi vuole gustare il te o il caffè, ma deve evitare la caffeina, può farlo in tutta tranquillità acquistando i prodotti che ne sono stati privati con la certezza di non andare incontro a rischi.

Condividi su: