I veleni negli alimenti: un grave pericolo ignorato (quarta puntata)

Agostino Macrì
20 Giugno 2017
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Dopo aver parlato di aflatossineocratossine e di tricoteceni, parleremo della patulina una micotossina prodotta da diversi funghi del genere Aspergillus e Penicillum. La sua scoperta risale agli anni ’40 quando molti ricercatori si dedicavano alla scoperta di nuovi antibiotici. In realtà la patulina risultò efficace contro diversi microrganismi, ma era anche tossica per gli animali e l’uomo. Di conseguenza venne abbandonata l’idea di un uso farmacologico.

La principale fonte di contaminazione di patulina sono gli alimenti di origine vegetale dove possono svilupparsi i funghi produttori della micotossina; frutti particolarmente sensibili sulle mele dove può svilupparsi il Penicillum expansum .

A differenza di altre micotossine che possono “invadere” tutto l’alimento, la patulina rimane confinata nella zona ammuffita e quindi asportandola  non dovrebbero esserci problemi.

La situazione è diversa se con la frutta o la verdura ammuffita prepariamo delle conserve o facciamo delle bevande; in questi casi la patulina non si degrada e corriamo il rischio di esservi esposti.

E’ interessante rilevare che la fermentazione alcolica degrada la patulina. Quindi se beviamo un succo di mela contaminato potremmo avere dei problemi; se però lo stesso succo lo facciamo fermentare per fare il sidro la micotossina scompare.

 Anche l’anidrida solforosa comunemente impiegata come conservante in molti alimenti di origine vegetale è in grado di degradare la patulina.

Le informazioni sugli effetti tossici della patulina non sono completi; alcuni studi condotti su animali dimostrano una sua azione immunotossica e neurotossica, inibisce alcune attività enzimatiche e può avere effetti dannosi sul feto. Sulla base di queste informazioni il Gruppo di Esperti della FAO e dell’OMS  (JECFA) che si occupa della valutazione dei rischi degli additivi e dei contaminanti alimentari, ha stabilito un livello massimo tollerabile di 0,4 microgrammi/kg di peso corporeo. Nel 1993 l’Agenzia Internazionale del cancro  (IARC) ha definito la Patulina  “non classificabile come agente cancerogeno per l’uomo”.

In conclusione, anche se come tutte le micotossine la Patulina può presentare dei pericoli, questi possono essere evitati non consumando vegetali ammuffiti sia tal quali, sia sotto forma di  succhi, frullati o altri alimenti trasformati.

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