Succhi di frutta nelle bevande analcoliche

Agostino Macrì
7 Novembre 2012
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Con il recente Decreto del Ministro Balduzzi si impone che le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto ed aroma fondamentale deriva da essenza di agrumi o di paste aromatizzati di agrumi, debbano essere commercializzate con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento. Le aziende produttrici hanno il tempo di otto mesi per smaltire le loro scorte attualmente in commercio in cui, come è noto, il succo di agrumi è al massimo del 12 per cento. In pratica, prima della prossima estate, potremo bere soltanto aranciate, limonate o chinotti con una maggiore quantità di succo naturale. Il provvedimento ovviamente non riguarda le altre bevande analcoliche ed in particolare quelle gassate costituite da una soluzione zuccherata a cui sono aggiunti additivi chimici ed aromatizzanti, come ad esempio le cole, le cedrate e le gassose. Le bevande che contengono succhi di frutta hanno ovviamente un valore nutrizionale superiore alle altre bevande e con il provvedimento del Ministro Balduzzi potremo assumere una maggiore quantità di principi attivi naturali (vitamine, sali minerali, antiossidanti) presenti negli agrumi migliorando i benefici che si possono avere dal consumo di queste bevande. Non si può comunque ignorare l’elevato apporto calorico della maggior parte delle bevande gassate (incluse quelle a base di agrumi) a causa dell’elevato contenuto di zucchero che si aggira intorno al 10 per cento. Si può prevedere che il provvedimento avrà delle conseguenze sui processi produttivi di queste bevande; dovranno essere infatti modificate le formulazioni con un diverso dosaggio dei tanti additivi ed aromatizzanti che vengono impiegati per consentirne la conservazione e conferire quei gusti particolari che le caratterizzano. La materia prima “succo di agrumi” ha ovviamente dei costi e la maggiore quantità che deve essere utilizzata andrà ad incidere sul prezzo finale delle bibite; rimane l’incognita di quale sarà l’incremento del prezzo e se è commisurabile ai vantaggi nutrizionali che si potranno ottenere. Alcuni intravedono nella iniziativa governativa un vantaggio per la nostra agricoltura perché si pensa che aumenterà il consumo di agrumi prodotti in Italia. Non si tiene però conto che gran parte dei succhi attualmente impiegati dall’industria delle bevande analcoliche è di importazione dal Brasile, dagli USA ed anche dalla Cina. Visitando i siti specializzati si può scoprire che nei mercati internazionali il succo di arancia ha un costo variabile tra 700 e 1000 dollari la tonnellata e quello di minor prezzo proviene dalla Cina. In queste condizioni potrebbe verificarsi addirittura un incremento delle importazioni di succhi di agrumi, mentre quelli prodotti in Italia, magari di migliore qualità, potrebbero non trovare importanti sbocchi. Si deve anche considerare che una fetta molto ampia del mercato delle bevande analcoliche è coperta da multinazionali che per l’acquisto delle materie prime si rivolgono ai mercati che praticano prezzi più bassi. Anche se il Decreto del Ministro Balduzzi può avere fini salutistici, non si può pensare che bevendo bibite gassate con il 20 per cento di succo naturale si possa sostituire il consumo di frutta fresca. Le bevande gassate dovrebbero essere considerate come un qualcosa di piacevole da consumare saltuariamente. Un comportamento ideale dovrebbe essere quello di avere pasti variati in cui la bevanda potrebbe essere acqua o anche spremute o frullati di frutta senza zucchero. La frutta potrebbe completare i pasti e potrebbe essere mangiata durante la giornata con una certa regolarità. Fuori pasto le bevande analcoliche dovrebbe essere comunque consumate con moderazione a causa dell’elevato contenuto calorico. Comportamenti di questo tipo possono migliorare lo stato di salute ed evitare un alleggerimento del nostro portafoglio. (Agostino Macrì)
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