Patatine fritte in busta, occhio alle informazioni fantasiose

Agostino Macrì
28 Luglio 2014
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Le patatine fritte sono un alimento molto gradito a piccoli e grandi. Si tratta di un armonico incontro di croccantezza e sapore considerato spesso un insostituibile complemento di aperitivi, anche se le occasioni per consumarle sono veramente tante. I pricipali “nei” nutrizionali sono rappresentati dal fatto di essere ricche di grassi e di avere un elevato contenuto di sodio. In generale, quindi, si consiglia di limitarne il consumo e di ridurlo drasticamente o eliminarlo del tutto per le persone con problemi di peso e/o di ipertensione. Acquistando le patatine raramente si fa caso al numero di calorie contenute per ogni cento grammi di prodotto o al contenuto di sale di cui si è accennata la pericolosità; le differenze tra i vari prodotti in commercio non sono comunque molto rilevanti anche perché le tecniche di produzione sono simili. Un pericolo è rappresentato dall’acrilammide, sostanza potenzialmente tossica, che può formarsi nei casi di fritture prolungate o con uso di oli di non buona qualità   (vedi alla voce “come si forma l’acrilammide” su questo blog ). Questo pericolo è però ben conosciuto dalle industrie alimentari che adottano misure preventive e controlli accurati: è quindi ragionevole ritenere che i prodotti in commercio siano sicuri.   Altrettanto simile si deve considerare la qualità ”merceologica”, in quanto le materie prime e gli impianti per la produzione utilizzati dalle diverse aziende sono equivalenti. Non bisogna dimenticare inoltre che i vigenti Regolamenti impongono a tutte le aziende alimentari severe misure di autocontrollo a tutela della qualità e della sicurezza  dei loro prodotti. In pratica quindi, fatte salve le precauzioni indicate, le patatine fritte in busta possono essere acquistate con tranquillità. Un aspetto sorprendente è rappresentato dal costo che può essere molto differente in funzione della marca. Basta visitare un paio di supermercati e guardare il costo al kg; le oscillazioni dei prezzi sono impressionanti e si può passare da circa 2,50 euro al Kg fino ai 20 euro al Kg. Anche se non si tratta di un alimento di prima necessità e che potrebbe essere considerato un bene voluttuario, diviene difficile riuscire a capire la notevole differenza nei prezzi. Agli occhi del consumatore fanno probabilmente molta presa le informazioni che sono riportate sui pacchetti, alcune delle quali veramente originali come, ad esempio, “fatte a mano”, “fritte con olio di oliva”, “con peperoncino e pomodoro”, “al pollo”, “con un contenuto minore di grassi”, ecc. Nella maggior parte dei casi di tratta di affermazioni non facilmente dimostrabili ed alle volte anche poco credibili. Leggendo attentamente le etichette si capisce facilmente che i vari sapori sono quanto meno “rafforzati” dall’impiego di aromatizzanti. In alcuni casi si legge che nel grasso di frittura c’è l’olio di oliva, ma in concentrazioni modeste. E’ difficile anche immaginare che ci siano delle persone intente ad affettare quintali di patatine per poi seguirne la cottura in padella. Insomma sembrerebbe che la vera competizione commerciale non si giochi sulla base di una reale qualità e sicurezza, quanto sulle “informazioni” che vengono veicolate ai cittadini con la pubblicità o più semplicemente con i “claims” riportati sulle confezioni. L’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di vederci chiaro e ha segnalato all’Autorità  Antitrust alcuni tra i casi più eclatanti di informazioni che appaiono quantomeno fantasiose e proprio in questi giorni l’Authority ha aperto un procedimento a  carico delle aziende produttrici di patatine Pata S.p.A.Ica Foods S.p.A. e Amica Chips S.p.A. Quello che dirà il Garante potrà aiutare i cittadini a scegliere con maggiore consapevolezza le patatine in busta che desidera acquistare e anche a capire se il prezzo che viene pagato corrisponde veramente alla qualità del prodotto. Nel frattempo il consiglio è quello di acquistare e consumare le patatine con moderazione, senza fare troppo caso ad alcune “informazioni” scritte sulle buste. (Agostino Macrì)
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