Latte d’asina: un alimento della tradizione ancora molto funzionale

Agostino Macrì
29 Giugno 2016
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Il latte d’asina è un alimento conosciuto sin dall’antichità. Le più antiche testimonianze storiche che documentano la presenza di allevamenti asinini sono delle raffigurazioni su bassorilievo risalenti al 2500 a.C. ritrovate in Egitto. Ippocrate e Plinio il Vecchio ne prescrivevano l’uso come medicamento. Cleopatra e Poppea ne conoscevano le proprietà cosmetiche. Bisognerà però attendere il Rinascimento per una prima vera considerazione scientifica del latte di asina da parte dei saggi del tempo. Francesco I, in Francia, su consiglio dei suoi medici utilizza latte d’asina per guarire da una lunga malattia. In base all’esperienza di Francesco I in Francia si diffuse l’abitudine di allevare asine in prossimità di ospedali. Sempre in Francia si diffuse nel 19° secolo ad opera del Dottor Parrot dell’“Hospital des Enfants Assistés” la pratica di avvicinare i neonati orfani di madre direttamente al capezzolo dell’asina; i bambini alimentati in questo modo crescevano meglio ed erano più sani rispetto ai bambini alimentati con latte vaccino. Da sempre l’asino ha svolto il ruolo di mezzo di trasporto e di macchina da lavoro. Nel secolo scorso è stato utilizzato, insieme al mulo, dall’esercito italiano per il trasporto di armi e rifornimenti. Un ruolo, apparentemente secondario, è stato quello della produzione di latte anche se nel secolo scorso era normale consuetudine fare ricorso al latte d’asina nei casi in cui vi fosse carenza di latte materno o quando si manifestava una intolleranza verso l’assunzione di latte vaccino. A partire dagli anni ’50, l’avvento della meccanizzazione, rese obsoleti gli animali da lavoro e con il declino della popolazione asinina si perse anche la memoria dell’utilità del suo prezioso latte. Solo in tempi recenti la comunità scientifica ha riscoperto dalla tradizione storica l’importanza del latte di asina, studiandone le potenzialità. Il profilo biochimico del latte d’asina è molto vicino al latte umano pertanto viene raccomandato come alimento alternativo nei bambini affetti da allergia alle proteine del latte vaccino. Il latte vaccino ha una concentrazione proteica tripla rispetto al latte umano ed è proprio la ricchezza in proteine termostabili, essenzialmente caseine e beta-lattoglobuline, che lo rendono causa di allergia in circa il 3% dei bambini. È possibile sostituire il latte vaccino con formule di origine vegetale (soia), oppure con latti idrolizzati che hanno perso il potere allergizzante. Il problema di queste formule è quello di non essere sempre tollerate, potenzialmente allergizzanti e di avere un gusto non particolarmente gradevole, per cui spesso sono assunte mal volentieri dal lattante. Il latte d’asina, a differenza degli altri sostituti del latte materno, si dimostra in grado di nutrire a basso rischio di allergenicità garantendo un piacevole sapore dato dalla presenza di lattosio in quantità superiori. Interessante anche l’utilizzo in alcune patologie di pertinenza geriatrica. Il latte di asina è infatti considerato un ottimo alimento per diverse categorie di consumatori in considerazione dell’elevata digeribilità, del contenuto in vitamine, sali minerali, zuccheri, immunoglobuline e acidi grassi polinsaturi della serie omega 3. Tra i minerali spicca l’elevata concentrazione di calcio reso facilmente assimilabile a livello intestinale dalla presenza di lattosio in concentrazioni simili a quelle del latte materno, caratteristica questa che influenza positivamente la mineralizzazione ossea nei primi mesi di vita e in caso di osteoporosi. Il lattosio ha anche un ruolo probiotico rappresentando il substrato per un corretto sviluppo della flora batterica intestinale. Non trascurabile la presenza di peptidi bioattivi come il lisozima che ha un ruolo battericida nei confronti di microrganismi potenzialmente patogeni sia nel latte, assicurandone una maggiore stabilità microbiologica, sia nell’intestino del consumatore. L’interazione tra dieta e microbiota intestinale è la chiave di numerosi fenomeni che influenzano lo stato di salute del soggetto. Il latte d’asina grazie alle sue caratteristiche agisce in modo selettivo sulla flora batterica intestinale modulando la risposta immune, antinfiammatoria e metabolica dell’organismo. Il latte d’asina è un alimento a basso contenuto calorico pertanto adatto a chi segue diete ipocaloriche, caratterizzato da un basso tenore di grassi saturi unitamente ad una buona concentrazione di acidi grassi polinsaturi capaci di interagire nello sviluppo del sistema nervoso del neonato e di grande utilità nella prevenzione di numerose patologie. Concentrandoci infine sulla definizione di alimento funzionale, questo, secondo la Commissione sulla scienza degli alimenti funzionali in Europa (FUFOSE), è «un alimento che ha un effetto benefico su una o più funzioni nell’organismo, al di là degli effetti nutritivi, in un modo rilevante per il miglioramento dello stato di salute e benessere e/o per ridurre il rischio di malattia. È consumato come parte di un regime alimentare normale. Non è una pillola, una capsula o qualsiasi forma di integratore alimentare». In quest’ottica il latte d’asina date le sue peculiari proprietà e caratteristiche può a tutti gli effetti essere considerato alimento funzionale e come tale potrebbe essere integrato nell’alimentazione di particolari momenti della vita.
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