La telenovela degli OGM si arricchisce di un nuovo capitolo

Agostino Macrì
3 Ottobre 2017
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Come è ormai noto da tempo, gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), sono il frutto di studi di ingegneria genetica e consentono di conferire a piante o animali caratteristiche particolari diverse da quelle originali. Ad esempio in una pianta di riso può essere inserito un carattere per cui i chicchi contengano Vitamina A, oppure una pianta di mais divenga resistente all’attacco di un parassita. L’autorizzazione a produrre e a commercializzare gli alimenti OGM avviene con una procedura molto complessa in modo da essere certi della sicurezza per i consumatori.

Il nostro Paese, pur consentendo il consumo alimentare di OGM, non ne consente la coltivazione.

Tutto è filato liscio fino al 2013 quando degli agricoltori italiani hanno deciso di piantare dei semi di mais OGM il cui uso alimentare è consentito.

Le nostre Autorità sono immediatamente intervenute e, di fatto, hanno impedito la crescita delle piante applicando il “principio di precauzione” e comunicandolo alla Commissione UE. A supporto della decisione sono stati presentati degli studi condotti da Istituti di Ricerca italiani.

La Commissione UE ha esaminato in via preliminare la documentazione non ravvisando la necessità di applicare il principio di precauzione. Ha tuttavia inviato la documentazione all’EFSA (Autorità Alimentare Europea) per ottenere un motivato parere scientifico. Finalmente nel settembre del 2013 è arrivato il tanto agognato parere dell’EFSA che, sostanzialmente, dice che non ci sono pericoli particolari nel coltivare quel tipo di mais OGM.

Nel frattempo gli agricoltori dopo essere stati denunciati e condannati dal Tribunale di Udine, hanno fatto ricorso alla Corte di Giustizia dell’UE (CGUE) che recentemente si è pronunciata. Dalla lettura della sentenza appare chiaro che le Autorità italiane hanno applicato in modo improprio il principio di precauzione in quanto non sussistevano pericoli gravi per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente a seguito della coltivazione di mais OGM.

Indipendentemente da come verranno risarciti gli agricoltori, sembra opportuno rimarcare l’importanza di valutare le cose anche su basi scientifiche e non soltanto su presupposti ideologici. Bisogna rendersi conto dell’ importanza della ricerca scientifica e anche della possibilità di mettere in pratica le conoscenze acquisite. Nel nostro Paese per quanto riguarda gli OGM è molto difficile, se non impossibile, fare della ricerca. Alla fine però ne paghiamo le conseguenze.

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