La comunicazione delle infrazioni alimentari tra informazione e allarmismo

Agostino Macrì
27 Marzo 2019
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Nel nostro Paese esiste un sistema di controllo degli alimenti molto articolato che coinvolge i produttori (autocontrollo) e le Autorità pubbliche (controlli ufficiali). Esistono poi delle strutture private che fanno dei campionamenti mirati su specifici alimenti per accertarne la regolarità. In termini quantitativi con gli autocontrolli si effettuano diversi milioni di analisi ogni anno; con i controlli ufficiali circa un milione mentre le strutture private generalmente effettuano qualche migliaia di analisi.

Gli autocontrolli consentono alle aziende di evitare che alimenti potenzialmente pericolosi siano immessi in commercio. Se il risultato dei controlli arriva quando il prodotto è in commercio, ne viene disposto il ritiro immediato e viene segnalato al Ministero della Salute che lo pubblica sul proprio sito web. Nel 2018 sono stati disposti circa 170 ritiri dal commercio.

La maggior parte dei controlli pubblici “sanitari” sono opera dei servizi veterinari e di quelli di prevenzione delle ASL. Quelli “qualitativi” sono invece effettuati prevalentemente dall’Ispettorato Centrale Repressione frodi. Un numero più limitato di controlli è effettuato dai Carabinieri NAS e dai Carabinieri del Ministero dell’”Agricoltura”.

Controlli sono effettuati anche da altre strutture pubbliche (Capitanerie di Porto, Dogane, Polizia locale, ecc.).

Le  analisi sono effettuate prevalentemente dai Laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e da quelli della “Repressione frodi”. Le irregolarità sono sanzionate amministrativamente o penalmente in funzione della loro gravità. Inoltre quando riguardano alimenti d’importazione e/o possono interessare altri Stati della UE, sono generalmente segnalati al Sistema di Allerta Europeo (RASFF). Nel 2018 si sono avute circa 400 segnalazioni da parte del nostro Paese.

In ogni caso il Ministero della Salute ogni anno pubblica i risultati dei controlli effettuati e si può osservare che le infrazioni sono piuttosto modeste e generalmente inferiori allo 0,5% dei campioni esaminati.

Anche alcune strutture private (organizzazioni giornalistiche, organizzazioni di consumatori, ecc.) effettuano dei controlli sugli alimenti in commercio.

A tutto questo si debbono aggiungere le segnalazioni di irregolarità che i cittadini fanno giungere alle Autorità e anche agli sportelli dei consumatori. Negli ultimi 12 mesi agli sportelli di UNC sono pervenute circa 70 segnalazioni riferite quasi esclusivamente a problemi di qualità e non di sicurezza. 

Modalità di informazioni ai cittadini.

Come accennato i risultati dei controlli Ufficiali sono riportati periodicamente dal Ministero della Salute. Sia i Carabinieri Nas, sia quelli del Ministero dell’Agricoltura segnalano con maggiore frequenza l’esito delle loro indagini.

Ognuno di noi ha quindi la possibilità di essere costantemente informato sulla qualità e la sicurezza degli alimenti in commercio nel nostro Paese.

Trattandosi di informazioni facilmente accessibili diventano spesso “preda” dei media e/o di organizzazioni di varia natura che alle volte li gestiscono in funzione di interessi non sempre facilmente identificabili. Così la presenza di tracce di un contaminante (magari qualche miliardesimo di grammo per kg di alimento) diventa un pericolo mortale, oppure il sequestro di una tonnellata di cibo diventa di 1000 kg perché fa più effetto, oppure ancora il sequestro di un alimento etichettato male diventa un grave pericolo, anche se, in effetti, viene donato a enti di beneficenza perché perfettamente commestibile. Particolarmente presi di mira sono gli alimenti di importazione e spesso singoli episodi sono utilizzati per generalizzare agli alimenti provenienti da un intero Paese. Se si trovano delle ostriche della Normandia contaminate si lascia intuire che i prodotti francesi sono da evitare. Si dimentica che, purtroppo, la nostra produzione alimentare è nettamente insufficiente e che dobbiamo importare circa il 50 % di quello che mangiamo.

La nostra industria alimentare in ogni caso riesce a sfruttare ogni opportunità che le si presenta per magnificare le caratteristiche dei propri prodotti. Non è quindi raro trovare dizioni del tipo “approvato da….” basate su indagini conoscitive condotte da qualche organizzazione privata.

Cosa fare per evitare disinformazioni e/o allarmismi.

Dobbiamo renderci conto che tutti gli  alimenti presenti nei canali di commercio legali, sono rigorosamente controllati e pertanto molto sicuri. Eventuali alimenti irregolari (inferiori allo 0,5 %) sono rimossi dalla commercializzazione.

Per sapere come stanno effettivamente le cose dovremmo consultare i siti web delle Amministrazioni pubbliche come i Ministeri, gli Istituti Zooprofilattici, l’Istituto Superiore di Sanità, il CREA o altri che riportano le informazioni in modo imparziale e forniscono anche indicazioni per una migliore gestione del cibo. Evitiamo di cadere nelle trappole di chi fornisce informazioni finalizzate alla difesa di propri interessi e cerchiamo di avere maggiore fiducia nelle Istituzioni Pubbliche. Gli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it) sono a disposizione per fornire informazioni.

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