Blitz dei Nas, farmaci illegali ai bovini: pericolo per la salute?

Agostino Macrì
3 Novembre 2014
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I Carabinieri dei Nas di Cremona hanno scoperto un traffico clandestino di farmaci veterinari utilizzati in modo illegale negli allevamenti bovini ed in particolare in quelli delle vacche da latte. Purtroppo, nonostante la severità delle leggi che consentono soltanto l’impiego di specialità medicinali veterinarie registrate dalle Autorità Sanitarie e sotto il controllo medico veterinario, ogni tanto si scoprono delle illegalità che possono creare problemi alla salute pubblica.Dall’ultima indagine dei Nas sembrerebbe che tra i vari prodotti ritrovati, dalle informazioni disponibili, risulta che ci sono anche delle specialità medicinali iniettabili contenenti somatotropina bovina. La somatotropina è un ormone prodotto dalla ghiandola endocrina ipofisi che si trova alla base del cranio. È anche noto come ormone della crescita (GH dal termine inglese Growth Hormone) in quanto ha la funzione di stimolare i processi fisiologici che sono alla base dello sviluppo del corpo. È presente anche nell’organismo umano, dove una sua limitata produzione può essere causa di un rallentamento della crescita che nei casi più gravi porta al nanismo. L’unico metodo per risolvere la malattia è quello di inoculare l’ormone. L’ormone però è specie-specifico e quindi l’uomo può essere curato soltanto con il GH umano. In passato l’unica possibilità per ottenerlo era di estrarlo dalle ipofisi dei cadaveri. Ovviamente si trattava di farmaci estremamente costosi e anche poco sicuri. Grazie alle biotecnologie è stato possibile ottenere dei batteri geneticamente modificati (OGM) in grado di produrre l’ormone della crescita perfettamente identico a quello “fisiologico” e quindi è stato possibile ottenere dei farmaci molto sicuri ed efficaci che hanno trovato importanti applicazioni in medicina umana. Le proprietà del GH di favorire la crescita degli animali hanno stimolato la ricerca scientifica nel settore zootecnico e quindi sono stati prodotti, sempre tramite biotecnologie, degli GH specifici per le diverse specie ed in particolare quelle bovina e suina. Gli studi effettuati mediante la somministrazione sugli animali hanno dimostrato che i vantaggi sull’accrescimento corporeo non erano tali da coprire i costi del farmaco. Si è invece scoperto che la somministrazione di ormone somatotropo bovino alle vacche, consente un notevole incremento della produzione di latte. Sulla base di questa osservazione sono state allestite delle specialità medicinali e le ditte farmaceutiche interessate hanno chiesto l’autorizzazione a commercializzarle per un impiego negli allevamenti. In pratica somministrando il GH bovino, non si fa altro che aumentare la concentrazione di quello naturale già in circolo e quindi si ritiene che non ci siano problemi di residui e che la qualità igienico-sanitaria del latte non viene modificata. Il trattamento con GH provoca l’aumento di un ormone che stimola la produzione di insulina (IGF1) e che potrebbe incrementare il livello già presente nel latte. Il pericolo di tale aumento sembra comunque essere trascurabile. Sulla base di queste considerazioni alcuni Paesi, compresi gli USA, hanno concesso l’autorizzazione all’impiego delle specialità medicinali contenenti GH nelle vacche da latte. La richiesta di autorizzazione è stata fatta anche all’UE che però ha considerato non accettabile l’impiego dell’ormone. Le motivazioni di questo diniego sono da imputare principalmente al fatto che il benessere e la salute degli animali possono essere menomati. In particolare l’eccessivo sfruttamento può favorire l’insorgenza di mastiti che devono essere poi curate con antibiotici. Il latte proveniente da vacche ammalate di mastite e curate con antibiotici non può essere impiegato per uso alimentare umano diretto né tantomeno impiegato nei caseifici ed i controlli, per impedire che ciò avvenga, sono molto rigorosi. Tuttavia esiste il pericolo di un uso eccessivo di antibiotici che potrebbe favorire fenomeni di antibiotico resistenza che sono invece non facilmente controllabili. I vantaggi “zootecnici” che derivano dai trattamenti con il GH sono importanti ed hanno tentato alcuni allevatori italiani a farne ricorso, acquistando il farmaco in quei Paesi in cui l’impiego è consentito. Purtroppo il latte degli animali trattati illegalmente non presenta differenze facilmente riscontrabili rispetto a quello degli animali non trattati. L’unico modo per scoprire i trattamenti illegali è quello di riuscire a ritrovare i farmaci al momento del trattamento o, più semplicemente, trovare nelle stalle o in circolazione le specialità medicinali contenenti l’ormone della crescita. I Nas hanno scoperto proprio i traffici illegali e sono intervenuti sia sequestrando i farmaci sia sequestrando il latte prodotto dalle vacche trattate. Anche se si potrebbe obiettare che il latte ed i prodotti caseari ottenuti da animali trattati con GH prodotti in altri Paesi possono essere liberamente consumati, le misure adottate in Italia, sono conformi alle disposizioni di legge che prescrivono i sequestri di alimenti provenienti da animali trattati illegalmente, indipendentemente dal fatto che siano sicuri o meno e si ispirano al principio di precauzione. Come consumatori, ci si deve compiacere dell’attività svolta dai Nas nella speranza che siano intervenuti tempestivamente. L’amara consolazione è che, anche se fosse stato messo in commercio latte ottenuto da vacche trattate illegalmente, i pericoli per i consumatori sono scarsamente significativi e comunque tali da non richiedere particolari precauzioni. Purtroppo però quanto avvenuto, non contribuisce all’immagine del latte “Made in Italy” e dimostra come pochi disonesti possono compromettere l’ottimo lavoro condotto dalla quasi totalità degli allevatori italiani. (Agostino Macrì)
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