Vaccini veterinari

Agostino Macrì
21 Aprile 2015
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Le malattie infettive sono tra le principali causa di morte dell’uomo e soprattutto degli animali. Sin dall’antichità il rispetto di rigorose norme igieniche è stata l’unica arma a disposizione e si faceva ogni sforzo per cercare di evitarne la diffusione. Le persone ammalate o sospette di esserlo venivano isolate, vennero istituiti i lazzaretti e i lebbrosari, le merci infette venivano distrutte o accuratamente disinfettate. Per la prevenzione delle malattie degli animali, incluse le zoonosi, la misure erano anche più drastiche; oltre che impedire la movimentazione degli animali, di mantenere pulite le stalle, fornire alimenti sani, utilizzare rimedi terapeutici empirici, il Lancisi inventò anche lo “stamping out” che, come è noto, prevede l’isolamento e la distruzione mediante incenerimento di animali e cose presenti nelle zone in cui compare il focolai della malattie. La scoperta del “vaccino” da parte di Jenner ha consentito di modificare radicalmente l’approccio alla profilassi delle malattie infettive. La scoperta ha consentito di debellare il vaiolo umano, ma contemporaneamente ha aperto la strada a efficaci ed innovative  misure di profilassi per le malattie infettive degli animali. Dalla fine dell’800 si è assistito ad un tumultuoso sviluppo di nuovi vaccini che, nonostante alcuni insuccessi, hanno consentito di prevenire la diffusione di numerose malattie infettive. Molto interessante è quanto avvenuto in medicina veterinaria dove è stato possibile “sperimentare” nuove tecniche che poi hanno consentito di ottenere risultati straordinari anche nella formulazione di vaccini umani. Molte scoperte sono maturate nei laboratori scientifici veterinari (Università, Istituti Zooprofilattici Sperimentali ad esempio) che hanno consentito la produzione di vaccini stabulogeni ed autovaccini. A partire dalla seconda meta del secolo scorso  un notevole impulso è stato dato dalle aziende farmaceutiche veterinarie che sono riuscite ad “industrializzare” le produzioni che potremmo definire “artigianali” dei laboratori scientifiche. L’introduzione  delle biotecnologie ha incrementato la qualità e la sicurezza dei vaccini riducendo al minimo se non eliminando del tutto molti degli effetti collaterali. Grazie all’impiego di vaccini altamente efficaci è stato possibile eradicare nel nostro Paese malattie infettive molto gravi come, ad esempio la rabbia. Altre malattie poco conosciute dalla maggioranza delle persone, ma che sono causa di sofferenza agli animali, di seri pericoli per la sicurezza degli alimenti di origine animale d anche responsabili di gravi danni economici (Brucellosi, afta epizootica, influenza aviaria, gastroenterite infettiva, ecc.) sono state debellate anche grazie ad un uso “responsabile dei vaccini. Le aziende farmaceutiche che producono vaccini sono costantemente impegnate in progetti di ricerca per lo sviluppo di prodotti sempre più efficaci e sicuri. Peraltro prima di poter immettere in commercio ed utilizzare nuovi vaccini, debbono superare rigorose valutazioni da parte delle Autorità sanitarie italiane e comunitarie. I cittadini dovrebbero sapere che la salute dei loro animali da affezione dipende anche da un corretto impiego dei vaccini che è assicurato dai medici veterinari. La stessa cosa si può dire degli alimenti di origine animale la cui sicurezza dipende da un’ottima assistenza veterinaria  con un impiego combinato di farmaci per la profilassi e la terapia delle malattie infettive degli animali. (Agostino Macrì)
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