Allerte comunitarie e richiami di alimenti tra problemi sanitari e difetti qualitativi

Agostino Macrì
4 Aprile 2018
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Nei casi in cui le aziende alimentari riscontrano delle irregolarità nei loro prodotti, se questi sono già in vendita, provvedono a “richiamarli”. Attraverso il sito www.salute.gov.it , Il Ministero della Salute comunica tempestivamente i richiami che gli vengono segnalati. Nel mese di marzo 2018 sono state pubblicate trenta  segnalazioni di “richiami” volontari.

Le più significative hanno riguardato:

  • cozze e vongole di importazione dalla Spagna in cui la presenza di coli era superiore ai valori consentiti
  • una partita di salame contaminata con salmonella (Il Borgo di Siena)
  • diverse partite di prodotti a base di Alacce (pesce simile alle sardine) è risultato contaminato con istamina (Ditta L’Acquachiara)
  • alcuni barattoli di caffè della Ditta Illy presentavano difetti all’apertura
  • la Ditta Garofalo ha ritirato dei prodotti a base di farina di grano tenero perché contenente tracce di soia.
  • La paprica utilizzata per produrre i “crisp Tuc” (della Ditta Mondelez) conteneva tracce di senape.

Si è trattato di irregolarità che avrebbero potuto causare danni seri a un limitato numero di persone sia perché la distribuzione è limitata, sia perché (come nel caso della soia e della senape) riguarda soltanto persone allergiche ai due prodotti.

I diversi Stati europei notificano al Sistema di Allerta Comunitario (RASFF Consumer Portal) costantemente le irregolarità riscontrate negli alimenti. Nel mese di marzo  ne sono state notificate 320.

Di seguito sono riportate alcune delle più significative.

Tra i residui di sostanze chimiche sono stati trovati:

  • Metamil in asparagi dagli USA
  • Mercurio in pesce dalla Spagna e dal Portogallo
  • Diclorvos in farina di frumento
  • Solfiti nelle aragoste provenienti dal Regno Unito
  • Ofloxame in filetti di pesce gatto del Vietnam
  • Procloraz in melograni turchi
  • Carbofurano in bacche di goja
  • Fipronil in uova di provenienza spagnola
  • Micotossine (aflatossine e ocratossine in paticolare) in frutta secca e in guscio provenienti da vari Paesi asiatici, africani e anche dagli USA

Numerose sono state le segnalazioni di contaminazioni di microrganismi patogeni e tra questi:

  • Norovirus in ostriche vive francesi
  • Salmonelle in carne di pollo brasiliano, in frutta secca e semi provenienti dalla Nigeria e anche nel pepe nero spagnolo
  • Listeria in formaggi
  • Anisakis nel maccarello

Molta attenzione è stata posta alla presenza di allergeni  e sono state riscontrate diverse irregolarità come la presenza di glutine, di lattosio, di proteine del latte non dichiarate nelle etichette. Tra queste si rileva una notifica della Croazia riguardante l’etichetta di un cioccolato fondente proveniente dalla Polonia in cui la presenza di latte in etichetta era scritta in polacco invece che in croato.

Molte sono anche state le notifiche di presenza di corpi estranei (plastica, pezzi di vetro o metallici, ecc,) in vari alimenti.

E’ anche stata segnalata la presenza di semi potenzialmente pericolosi di Ambrosia (pianta infestante) in semi di girasole ungheresi.

Infine è stato trovato riso OGM, non autorizzato nella UE, in gnocchi cinesi.

E’ importante dare una chiave di lettura corretta dei richiami “nazionali” e delle notifiche del RASFF.  La loro numerosità dimostra che il sistema di controllo è molto efficiente e consente di evidenziare anche problemi minori e apparentemente non significativi. Molte sono le segnalazioni di alimenti di importazione e ciò sta a dimostrare che le Autorità di controllo comunitario verificano con molta attenzione la sicurezza di quelli prodotti in Paesi che hanno regole produttive differenti dalle nostre.

Alle volte queste segnalazioni vengono interpretate in modo “catastrofico” trasformando un dettaglio in un pericolo generalizzato. Ad esempio la presenza di Metamil in una partita di asparagi USA, non significa che tutti gli alimenti provenienti da quel Paese siano contaminati.

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