Considerazione sui controlli della mozzarella di bufala campana DOP

Agostino Macrì
18 Dicembre 2013
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Il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana raggruppa un centinaio di caseifici cui conferiscono il latte oltre 1500 allevamenti di bufale distribuiti nelle regioni della Campania, del Lazio, della Puglia e del Molise, e da lavoro a circa 15.000 addetti. La vicenda della “terra dei fuochi” ha colpito pesantemente la mozzarella che si è trovata al centro di attacchi mediatici che hanno compromesso l’immagine del prodotto con un conseguente calo dei consumi. In realtà non si è tenuto conto del gran numero dei controlli effettuati sia dal Consorzio, sia dalle diverse strutture pubbliche (ASL, Repressione Frodi, Carabinieri NAS, etc.) che quotidianamente intervengono negli allevamenti e nei caseifici per verificare il rispetto dei disciplinari e la sicurezza alimentare delle mozzarelle. Il Consorzio ha preso l’iniziativa di coinvolgere le organizzazioni dei consumatori in una operazione di controllo della sicurezza delle mozzarelle in commercio. L’iniziativa, cui hanno aderito Adusbef, Codici, Federconsumatori e la nostra Unione Nazionale Consumatori, è consistita nell’affidare alle organizzazioni il compito di acquistare, con modalità casuali, venti campioni di Mozzarella di Bufala Campana DOP di diversa origine, includendone anche alcune provenienti dalla zona della “terra dei fuochi”. Sempre a cura delle organizzazioni dei consumatori, i campioni prelevati sono stati inviati al Laboratorio tedesco TUV di Monaco di Baviera che è stato incaricato di analizzarli per la ricerca di Brucelle, metalli pesanti, diossine e PCB. Il laboratorio TUV è “accreditato” dall’ente tedesco DAkkS per cui i risultati ottenuti debbono essere considerati corretti e privi di errori significativi. I costi delle analisi sono stati a carico del Consorzio e i risultati sono stati consegnati direttamente alle organizzazioni dei consumatori. Nel corso di una conferenza stampa tenuta lo scorso 13 dicembre, il responsabile del laboratorio ha illustrato i risultati ottenuti che dimostrano la completa conformità di tutti i campioni di mozzarella esaminati al Regolamento (CE) n. 1881/2006 che definisce i “tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari”. In pratica i dati ottenuti dimostrano che le mozzarelle sono sicure e non ci sono motivi di preoccupazione per i consumatori. Quanto avvenuto dimostra che un coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori nella gestione dei rischi può dare maggiore fiducia ai cittadini e può essere anche utile alle aziende che operano con correttezza e trasparenza.
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