Sostanze chimiche: benefici e pericoli

Agostino Macrì
20 Maggio 2015
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Ogni giorno ciascuno di noi, spesso inconsapevolmente, utilizza o viene a contatto con un grande numero di sostanze chimiche non presenti in natura ed ottenute da processi di sintesi. Queste sostanze sono chiamate xenobiotiche e sono impiegate come additivi alimentari, farmaci, fitofarmaci per l’agricoltura, cosmetici, inchiostri, utensili in plastica, ecc. L’utilizzazione pratica di queste sostanze è subordinata ad “autorizzazioni” rilasciate da Autorità nazionali e/o internazionali.Per ottenere una autorizzazione le aziende produttrici delle sostanze chimiche debbono produrre i risultati di complessi studi scientifici in grado di dimostrare l’efficacia del prodotto per l’uso che si intende fare e, soprattutto, l’assenza di pericoli per i consumatori e per l’ambiente. Gli studi sono valutati da Comitati di esperti scientifici e soltanto se viene fornito un parere positivo le singole sostanze vengono inserite negli elenchi delle sostanze autorizzate. Esistono quindi elenchi di sostanze che possono essere impiegate nella produzione di specialità medicinali, come additivi degli alimenti, come additivi dei mangimi, come costituenti di fitofarmaci, ecc. Le singole sostanze chimiche sono generalmente inserite in concentrazioni molto basse nei prodotti con cui il consumatore viene a contatto o che ingerisce per via alimentare. In ogni caso le quantità presenti nei prodotti finali non possono eccedere dei livelli stabiliti dalle normative. Non sfuggono a questa regola anche le sostanze inserite in disinfettanti, pesticidi, prodotti per la casa ecc., che sono efficaci in quanto sono letali per alcuni organismi viventi oppure sono “aggressivi” nei confronti di altre sostanze che provocano “sporcizia”. In questi casi nelle etichette dei singoli prodotti devono essere riportate delle avvertenze per i consumatori che vanno scrupolosamente seguite per evitare pericoli anche gravi. Esiste la fase in cui le sostanze sono “trasferite” dalle industrie chimiche  alle aziende che le utilizzano per inserirle e/o trasformarle nei prodotti che sono poi utilizzati dai cittadini. In questa fase la concentrazione è ovviamente molto elevata e la pericolosità per chi dovesse venirne a contatto è decisamente maggiore. Inoltre può accadere che miscele di sostanze chimiche reagiscano tra loro e diano origine a effetti sinergici o antagonisti in grado di modificare la pericolosità dei singoli componenti. Le fasi che precedono l’impiego “finale” delle sostanze chimiche sono estremamente delicate e devono essere tenute sotto costante controllo. La responsabilità della “sicurezza” di queste fasi ricade interamente su chi produce, importa e/o trasporta le sostanze chimiche. Per evitare possibili pericoli l’Unione Europea  ha emanato il Regolamento 1272 del 2008 che appunto disciplina la delicata fase della gestione delle sostanze chimiche prima della loro “trasformazione” nei prodotti finiti. Il Regolamento è molto complesso e della sua attuazione se ne è parlato in un Convegno che si è tenuto al Ministero della Salute qualche giorno fa. Nel corso dei lavori è emersa con chiarezza la necessità di una maggiore consapevolezza dei cittadini in merito ai problemi riguardanti la sicurezza delle sostanze chimiche. Una corretta applicazione del regolamento potrà comportare anche una modifica dell’etichettatura di molti prodotti di uso comune. Al momento i cittadini prestano molta attenzione alle etichette degli alimenti o ai foglietti illustrativi dei farmaci; non sempre però fanno la dovuta attenzione a quanto riportato nelle etichette  dei prodotti per la casa (detersivi, disinfettanti, deodoranti, ecc.) e dei prodotti per la cosmesi. Purtroppo questa scarsa attenzione è causa di incidenti anche molto gravi. Le Autorità sanitarie sono fortemente impegnate nell’adeguamento delle etichette; ai cittadini spetta il compito di leggerle e, soprattutto, di applicarle..  (Agostino Macrì)
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