Allevamento degli animali e ormoni anabolizzanti: cosa sapere (2a parte)

Agostino Macrì
27 Maggio 2020
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Nel precedente appuntamento, avevamo concluso che è necessario non abbassare la guardia. L’uso  “grossolano” di ormoni comporta delle lesioni negli animali molto evidenti al momento della macellazione. La presenza di tali lesioni comporta l’esclusione delle carni dal consumo alimentare. Per superare tale problema i “frodatori” hanno messo a punto dei preparati costituiti da miscele di ormoni  in cui i singoli principi attivi sono presenti in concentrazioni molto basse e tali da non provocare alterazioni molto evidenti negli animali e che, soprattutto, “residuano” in concentrazioni  difficilmente rilevabili con i vecchi metodi di analisi. Per contrastare queste illegalità sono stati messi a punto nuovi metodi di analisi molto sofisticati che consentono di identificare concentrazioni infinitesime dei vari ormoni e quindi tenere sotto controllo il fenomeno.

In alternativa agli ormoni “classici” sono state utilizzate illegalmente altre sostanze e in particolare i beta agonisti e l’ormone della crescita.

 

Beta agonisti.

Si tratta di farmaci che agiscono come “agonisti” dei recettori situati nella muscolatura liscia dei bronchi favorendone il “rilassamento”. In questo modo combattono il “broncospasmo” (in pratica la contrazione) polmonare che si verifica nei casi di asma.  Il “rilassamento” dei muscoli comporta la “dilatazione” dei bronchi con importanti benefici ai soggetti asmatici.

Un effetto collaterale dei beta agonisti è quello di interferire con la funzionalità del cuore provocando aritmie e fibrillazione atriale oltre che tremori e mal di testa.

E’ stato anche osservato che dosaggi elevati di beta agonisti, in particolare clenbuterolo e salbutamolo, hanno un marcato effetto sullo sviluppo muscolare. Contemporaneamente hanno un effetto “lipolitico” che da origine a uno “smaltimento” dei i grassi di deposito.

Tali proprietà sono state sfruttate come “doping” dagli sportivi per migliorare le proprie prestazioni.

Sono state però anche sfruttate illegalmente negli allevamenti zootecnici, soprattutto dei bovini, per ottenere maggiori produzioni di carne e anche più magra.

I beta agonisti sono attivi per via orale; sono però metabolizzati ed escreti in modo relativamente veloce; affinché siano efficaci  è necessario mantenere costante il loro livello nell’organismo per cui debbono essere somministrati con continuità.

Per evitare la presenza di residui nelle carni può essere sufficiente sospendere i trattamenti alcuni giorni prima della macellazione.

La presenza di residui può essere molto pericolosa se le carni sono mangiate da persone cardiopatiche che possono subire gravi conseguenze.

 

Ormone della crescita.

L’ormone della crescita è prodotto dall’ipofisi e ha la funzione di stimolare lo sviluppo corporeo. Nell’uomo e ovviamente in tutti gli animali,  la sua produzione è elevata nei primi periodi di vita.  Decresce gradualmente fino al raggiungimento della maturità sessuale. Negli esseri umani, siano essi uomini o donne,  generalmente intorno ai 16 – 20 anni di vita  si ha una diminuzione significativa.

La sua carenza nelle prime fasi della vita, comporta seri problemi di sviluppo. L’unica possibilità terapeutica è quella di somministrare l’ormone che però deve essere quello umano in quanto quello di altri animali non ha nessuna efficacia e che è ovviamente difficile da ottenere.

 

Grazie alle biotecnologie è stato possibile ottenere da microrganismi geneticamente modificati (OGM) la produzione di ormone della crescita perfettamente identico a quello umano e quindi allestire dei farmaci in grado di curare le anomalie dello sviluppo.

Con la stessa tecnica si sono ottenuti gli ormoni della crescita specifici per altri animali e in particolare quello bovino e quello suino.

E’ stato visto che somministrando l’ormone bovino alla mucche si ottiene un forte incremento della produzione di latte senza che ci siano particolari problemi di “residui”. Le aziende farmaceutiche produttrici dell’ormone hanno richiesto alle Autorità sanitarie di poterli utilizzare per questo scopo. L’Unione Europea ha espresso un parere negativo  soprattutto per possibili problemi al benessere degli animali. Gli Stati Uniti e altri Paesi nel mondo ne hanno invece permesso l’impiego.

L’UE  si è espressa in modo non favorevole perché l’eccessivo sfruttamento comporta danni per il benessere degli animali che si manifestano con una aumentata incidenza di mastiti e anche di altre lesioni. Le cure cui debbono essere sottoposti gli animali possono comportare  un aumento dell’impiego di antibiotici.

I costi dell’ormone della crescita sono piuttosto elevati e non è molto conveniente utilizzarlo con lo scopo di incrementare la produzione di carne.

Rispetto alle altre sostanze anabolizzanti l’uso l’ormone della crescita, essendo una sostanza “fisiologica” degli animali, non sembra comportare la presenza di “residui” pericolosi per la salute umana.

 

Conclusioni.

L’allevamento degli animali deve essere fatto in modo tale da garantire la salute e il benessere degli animali e anche di garantire un ottimo livello di sicurezza per i consumatori. Le sostanze utilizzate a scopo anabolizzante non danno tali garanzie e il loro impiego non è stato consentito nella UE. In altri Paesi, e in particolare negli USA, si è pensato soprattutto ai vantaggi “economici” e, pur tenendo conto della sicurezza degli alimenti, il benessere degli animali sembra essere meno importante.

Gli animali da allevamento non sono delle macchine “alimentari”, ma degli esseri viventi che hanno il diritto di essere rispettati ed essere mantenuti in vita nelle migliori condizioni possibili. Gli ormoni , oltre ai potenziali pericoli dei “residui”, non garantiscono questo diritto.

LEGGI LA 1A PARTE DELL’ARTICOLO.

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