Macellerie vegetariane: il benessere dei fagioli viene rispettato?

Agostino Macrì
10 Febbraio 2016
Condividi su
Secondo il dizionario della lingua italiana la macelleria è un luogo adibito alla vendita delle carni macellate. Le botteghe dei macellai nel corso degli anni hanno ampliato la gamma dei generi in vendita. Nel passato esisteva una notevole specializzazione (macellerie equine, pollerie, norcinerie ad esempio) e si vendevano prevalentemente, se non esclusivamente, tagli di carne.  Più recentemente alcune si sono “allargate” con la vendita di salumi e anche di uova, altre hanno iniziato a vendere prodotti della cosiddetta IV o V gamma. Si tratta di preparati gastronomici pronti per essere cotti o addirittura che richiedono un semplice riscaldamento prima di essere consumati. Particolare da non trascurare è che lo “spaccio” dei prodotti carnei richiede l’adozione e il rispetto di rigorose norme igieniche per garantire ai cittadini l’acquisto di prodotti sicuri; infatti tutte le carni in vendita debbono essere state sottoposte ad un controllo sanitario veterinario e nelle macellerie debbono essere applicate i cosiddetti HACCP (acronimo che significa analisi dei punti critici), che non sono altro che l’adozione di procedure di lavorazione controllate in modo da evitare pericolose contaminazioni degli alimenti. La “specializzazione” delle macellerie “artigiane”, si è resa necessaria per andare incontro alle esigenze dei consumatori e anche, forse soprattutto, arginare la concorrenza spietata della grande distribuzione. Quest’ultima infatti mette a disposizione dei clienti una ampia varietà di generi alimentari facilitando gli acquisti di chi non ha molto tempo per fare la spesa e che trova tutto quello di cui ha bisogno anche come “self service”. Una nuova “nicchia” di mercato è quella rappresentata dai “vegetariani” e dai “vegani” che, come è noto, escludono ogni tipo di carne dalla loro alimentazione  e alle volte trovano difficoltà nel trovare il cibo che corrisponde alle loro esigenze e le macellerie “classiche” ovviamente non sono in grado di fare fronte a queste. Una soluzione è quella di acquistare le materie prime vegetali  e  cucinarle   in casa seguendo delle procedure molto semplici avendo l’accortezza di evitare la carne in modo assoluto. Alcuni settori dell’industria alimentare si sono specializzati nel produrre alimenti per vegetariani e vegani rielaborando ricette della tradizione della cucina orientale ed anche inventandone delle altre. La cosa alquanto curiosa è che pur trattandosi di alimenti costituiti soltanto da vegetali, vengono messi in vendita con forme e alle volte anche denominazioni che richiamano gli alimenti di origine animale. Sul mercato troviamo  gli “straccetti”, le “bistecche”, gli “hamburger” , il latte di soia, quello di riso, ecc. e non sempre il consumatore si rende conto che si tratta di surrogati il cui costo è spesso nettamente superiore agli “originali” fatti con carne, latte e/o uova. Nel caso delle bevande vegetali sulle confezioni c’è quasi sempre scritto “senza lattosio”; come è noto il lattosio è presente solo nel latte “vero” prodotto dalle femmine de mammiferi; quindi si tratta di una affermazione pleonastica e forse truffaldina. Altrettando si può dire dei vari surrogati della carne. A confondere le idee contribuiscono in modo determinante i commercianti che mettono negli stessi scaffali i surrogati vegetali ed i prodotti autentici di origine animale. Del fenomeno non potevano non accorgersene i macellai “tradizionali”. Alcuni di essi hanno pensato bene di mettere in vendita alimenti per vegetariani e vegani e di modificare le insegne dei loro negozi chiamando appunto come “vegetariane” le loro macellerie. In questo modo riescono ad attrarre una clientela più vasta e a incrementare i loro affari. Certo che è difficile pensare alla macellazione dei fagioli e al rispetto del loro benessere, ma i prodotti che mettono in vendita sono comunque sicuri. Il pericolo è di carattere economico soprattutto per gli onnivori. Può infatti capitare di acquistare un “hamburger” costituito da farina di soia  a un prezzo magari superiore ad uno classico di carne, ma con caratteristiche nutrizionali diverse. L’evidente contraddizione di termini che esiste nella dizione “macelleria vegetariana” può però essere utile per i vegetariani e i vegani che ritrovano con maggiore facilità i loro cibi. Agli onnivori però deve essere chiaramente spiegato che si tratta di cibi completamente differenti e che eventuali prezzi più elevati non dipendono da una migliore qualità o sicurezza, ma soltanto da fattori economici legati ai costi di produzione e al fatto che si tratta di prodotti di nicchia che hanno minore diffusione. La conclusione è che ci si può tranquillamente rivolgere alle “macellerie vegetariane” facendo però attenzione a quello che si acquista essendo coscienti che acquistando gli “straccetti” o altri prodotti vegetariani si acquistano dei legumi o cereali invece che della carne. Discorso analogo si può fare con l’acquisto del “latte” di soia o di altri “latti” vegetali che non hanno niente a che vedere con il latte di mucca e che spesso l’unica differenza è il prezzo che tuttavia non è giustificato né dalla qualità, né dalla sicurezza, né dal valore nutrizionale. In ogni caso possiamo essere certi che il benessere dei fagioli è assicurato anche nelle macellerie.
Condividi su: