Le responsabilità dei consumatori nell’acquisto degli alimenti

Agostino Macrì
15 Luglio 2014
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I consumatori non sempre si rendono conto che con i loro acquisti favoriscono alcuni produttori e/o dei distributori che operano al limite della legalità e antepongono i loro interessi a molti principi etici. Questa non consapevolezza dipende in gran parte dalla mancanza di informazioni su come vengono prodotti gli alimenti. Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza.   Alimenti di origine vegetale Molte malattie virali, batteriche e parassitarie possono colpire i vegetali; in generale gli agenti eziologici delle piante non sono pericolosi per l’uomo; possono però compromettere seriamente le capacità produttive delle piante sia da un punto di vista qualitativo sia quantitativo. Esistono molte piante selvatiche “infestanti” che, generalmente, hanno una maggiore capacità di resistere alle condizioni ambientali avverse (siccità, gelate, grandine) e, se non sono eliminate, prendono il sopravvento su quelle coltivate compromettendone la produttività ed anche la vita. In pratica quindi le piante si trovano spesso in uno stato di “sofferenza” e per migliorare lo stato di salute e benessere debbono essere fatti dei trattamenti; questi ultimi possono essere meccanici (lavorazione del terreno, concimazione, potatura, irrigazione, espianto delle piante infestanti) e/o chimici con l’impiego di fertilizzanti, erbicidi e pesticidi. E’ comunque importante che gli interventi siano fatti nel rispetto delle norme esistenti senza arrecare danni all’ambiente e senza compromettere la qualità igienico-sanitaria degli alimenti prodotti. Non bisogna dimenticare che i trattamenti con pesticidi sono finalizzati alla uccisione di essere viventi (insetti, molluschi, piccoli roditori) e che trattamenti prolungati possono incidere significativamente sugli ecosistemi portando alla scomparsa di molte specie. Bisognerebbe anche tenere presenti le condizioni di vita di chi lavora nei campi: spesso l’ottenimento di alimenti di origine vegetale richiede un pesante lavoro manuale (ad esempio la raccolta di frutta o verdura) retribuito con modesti salari per riuscire a mantenere più bassi possibile i costi alla produzione. Non è detto che il pomodoro prodotto in Cina con sistemi di coltura intensiva, magari meccanizzata, comporti sofferenze umane superiori a quelle cui vanno incontro gli extra comunitari che raccolgono il pomodoro in Italia.   Alimenti di origine animale Le condizioni di salute e benessere degli animali produttori di alimenti per l’uomo sono condizionate da: a)     disponibilità adeguata di cibo; b)      rispetto delle loro esigenze fisiologiche e riproduttive; c)      assenza di malattie metaboliche e/o infettive; d)     rispetto nel trasporto e nella macellazione. Gli animali che vivono allo stato brado e/o selvatico sono esposti a fattori ambientali (siccità con mancanza di acqua e di cibo, microrganismi causa di malattie infettive ed infestive, mancanza di ricoveri, aggressione da parte di altri animali predatori). Negli animali allevati questi pericoli sono fortemente ridotti in quanto è interesse dell’allevatore mantenere gli animali in buone condizioni di salute per ottenere la massima produttività. Per raggiungere questo obiettivo ricorre ad ambienti possibilmente confortevoli, con alimentazione abbondante (alle volte anche forzata). Molto importanti sono le profilassi e le terapie che consentono di limitare i pericoli delle malattie infettive che oltre a limitare la quantità di alimenti prodotti, possono comprometterne la salubrità poiché molti microrganismi che causano malattie negli animali sono in grado di colpire anche l’uomo. Non bisogna dimenticare che esistono delle “scorciatoie” per incrementare le produzioni degli animali e che hanno conseguenze proprio per il benessere degli animali (uso di ormoni anabolizzanti, uso illegale di farmaci, tranquillanti nei trasporti, ecc.) che abbassano i costi di produzione, ma che danneggiano lo stato di salute degli animali e possono rendere pericolosi gli alimenti prodotti. Un aspetto delicato è il rispetto delle “attività” fisiologiche degli animali che alle volte è sacrificato per favorire la produttività. In particolare la funzione sessuale e quella riproduttiva vengono soppresse con la castrazione, oppure limitando il periodo di vita alla fase di accrescimento fino al raggiungimento del peso per la macellazione. Fanno eccezione gli allevamenti di vacche da latte in cui gli animali vengono fecondati, prevalentemente con l’inseminazione artificiale, in quanto la gravidanza è necessaria per ottenere ottime produzioni. Un problema spesso trascurato è poi quello delle condizioni di lavoro del personale addetto alle attività zootecniche. Esistono degli allevamenti, come quello degli ovini allo stato brado, che richiedono una costante assistenza da parte dell’uomo: si tratta di un lavoro molto duro e impegnativo che sempre più spesso viene affidato a persone di origine extracomunitaria che si adattano ad una vita di sacrificio con salari non sempre confacenti al loro impegno. Non bisogna infine trascurare le sofferenze che vengono arrecate agli animali “prelevati” dall’ambiente con la caccia e la pesca. Certamente un cinghiale abbattuto a fucilate soffre molto di più di un maiale macellato previo stordimento, oppure i pesci che rimangono intrappolati nelle reti o pescati con gli ami che hanno agonie molto più prolungate di quelli che vengono allevati. Nella scelta dei nostri alimenti dovremmo essere consapevoli di come essi vengono ottenuti, del fatto che alle volte ad un minore prezzo possono corrispondere delle “forzature” al benessere delle piante, degli animali, ma anche ad un mancato rispetto dell’ambiente e del lavoro dell’uomo. Dovremmo quindi cercare di acquisire preliminarmente le informazioni su come vengono prodotti gli alimenti e cercare di evitare l’acquisto di prodotti di dubbia origine. (Agostino Macrì)
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