Come risparmiare sulla spesa alimentare

Agostino Macrì
13 Gennaio 2006
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L’impennata dei prezzi di diversi prodotti alimentari sta generando nelle famiglie la corsa al risparmio, che non è difficile realizzare. Non c’è solo l’alternativa degli hard discount, ove una famiglia può risparmiare anche 150 euro al mese accontentandosi di prodotti di qualità media o medio-bassa.

Molti supermercati e ipermercati, per combattere la concorrenza degli hard discount, hanno sugli scaffali gli stessi prodotti di marche sconosciute o secondarie, segnalando con cartelli e frecce il “primo prezzo”, spesso meno della metà di quello delle marche note. Queste, a loro volta, hanno intensificato le offerte promozionali a prezzi scontatissimi. Tali offerte sono talvolta decise autonomamente dagli stessi supermercati, per attirare i clienti con prodotti “civetta”, venduti sottocosto. Queste offerte strabilianti sono fatte anche per attirare nei supermercati gli extracomunitari, che fra ufficiali e clandestini sono sicuramente molti di più di quelli delle statistiche e che pure devono mangiare e bere ogni giorno con modica spesa. Il consumo di vino di poco prezzo, per esempio, è aumentato grazie alla spesa di polacchi, romeni, albanesi e altri extracomunitari, certamente costretti a un risparmio forzoso più degli italiani, che i supermercati hanno imparato ad assecondare e che potrebbero essere limitati senza sostanziali sacrifici. Nei reparti carni della grande distribuzione sono comparse le spuntature di maiale, le ali di pollo, le schiene di pollo, la trippa e le altre porzioni che costano una sciocchezza e che hanno lo stesso valore nutritivo delle parti più “nobili”. Anzi, le ali di pollo sono più saporite del petto e le spuntature di maiale (da provare con la polenta) sono praticamente spezzatino con qualche osso. Con una spesa di 2,5 euro ci mangiano tre persone. Gli extracomunitari hanno anche imparato che, andando nei mercati rionali alle ore 13, si compra frutta e verdura scontata fino al 50%, specialmente il sabato, perché rischia di appassire o alterarsi. Alle 14,30 si possono trovare cassette con residui di ortofrutticoli non in perfette condizioni ma ancora commestibili. La differenza è che sono gratis, perché abbandonate dai banchisti. Anche in una spesa normale, spesso i soldi si buttano inutilmente.

Che differenza c’è tra un’acqua minerale da 0,40 e una da 0,80 euro? Nessuna, se non si hanno particolari esigenze fisiologiche la qualità è uguale, è diverso solo il prezzo. Lo stesso vale per il pane casareccio a 1,80 euro e il pane speciale a 4 euro, per il riso originario nei confronti del riso superfino, per le fettine di quarto anteriore di bovino contro le fettine del quarto posteriore (nella confezione del supermercato non è specificata la mezzena e il consumatore è portato a diffidare del prezzo più basso), per la spalla cotta rispetto al prosciutto cotto, per l’olio extra vergine d’oliva non filtrato rispetto a quello filtrato, eccetera. Per risparmiare al supermercato, poi, è importante evitare gli acquisti impulsivi. Pochi sanno che i filmati delle telecamere dei supermercati vengono attentamente studiati da esperti dei comportamenti dei consumatori per vedere che cosa scelgono, che tragitto fanno, in quale parte dello scaffale tendono a prelevare i prodotti, eccetera. Ciò perché l’obiettivo dei supermercati è uno solo, quello di aumentare le vendite e far comprare al consumatore anche quello che non ha intenzione di comprare. Del resto, soltanto il 20% di coloro che vanno al supermercato con una lista precisa delle cose da comprare rispettano l’elenco, gli altri comprano più cose, anche perché il supermercato ha messo in atto qualche trucco. Innanzi tutto i prodotti esposti sono tantissimi, vengono chiamati “referenze” e in un ipermercato possono arrivare a 30.000. Cosicché, in molti sketch pubblicitari l’esortazione all’acquisto del prodotto, fatta anche da attori molto noti inquadrati dietro il classico carrello e in gaie conversazioni con altri acquirenti, avviene al supermercato perché per le donne è diventato ormai un luogo di appuntamento e di ritrovo come il bar o lo stadio per gli uomini. Ciò anche perché i prezzi sono convenienti e inoltre è difficile trovare un prezzo tondo, come 3 euro, semmai è 2,99, anche se è la stessa cosa, ma il consumatore ha l’illusione di risparmiare. Invece quando si entra al supermercato si finisce sempre per spendere più del previsto, perché non mancano le tentazioni per comprare il superfluo e il gestore, che in fondo fa il suo mestiere, conosce bene le tecniche di persuasione occulta. Ecco le principali:
  • La pubblicità delle “offerte speciali” è vistosamente esposta su grandi cartelli all’ingresso del supermercato per invogliare il pubblico ad entrare con l’impressione che tutti i prezzi siano altrettanto favorevoli.
  • I carrelli sono grandi anche per dare all’acquirente la sensazione di aver fatto pochi acquisti e per indurlo a farne altri.
  • La musica di sottofondo serve a creare un’atmosfera tranquillizzante, in modo da rilassare i clienti e predisporli più serenamente alla spesa.
  • La disposizione delle scaffalature è tale da realizzare un percorso a serpentina con molti corridoi per prolungare la permanenza dell’acquirente, che avrà così più tentazioni di spesa. Nel mezzo dei corridoi sono spesso sistemati banchi, ceste, display o stand decorativi pieni di prodotti per rallentare il flusso della clientela e prolungare ulteriormente il percorso.
  • In genere, i prodotti indispensabili non deperibili, come olio, zucchero, pasta, detersivi, ecc. sono posti nelle rientranze o negli angoli remoti dei corridoi, perché in ogni caso il consumatore per acquistarli ha necessità di cercarli. Viceversa, i prodotti deperibili, come frutta e ortaggi freschi, o quelli non necessari, come salse, sottaceti, scatolame di uso sporadico, dolci e prelibatezze gastronomiche, sono messi in bella vista subito dopo l’ingresso o negli scaffali di passaggio obbligato.
  • Anche la collocazione della merce negli scaffali non è casuale, ma ha lo scopo di promuovere la vendita degli articoli superflui o più cari, oppure delle giacenze di magazzino a prezzi convenienti. Poiché la maggior parte delle persone ha la tendenza a voltarsi a destra, la merce che il gestore ha più interesse a vendere sta sulla destra e, generalmente, all’altezza degli occhi, ove è più comodo prenderla. Si è notato anche che i cartelli in rosso lucido o col prezzo scritto a mano attirano molto di più l’attenzione e spingono ad acquisti impulsivi.

Roma, 13 gennaio 2006

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