Brambilla e carne di coniglio

Agostino Macrì
14 Aprile 2015
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Il coniglio è un animale dotato di un apparato digerente particolare che gli consente di utilizzare al meglio i vegetali. Trattandosi di un vegetariano stretto, vive bene anche allo stato brado e può essere allevato con relativa facilità nelle fattorie “tradizionali”. Ha infatti un basso costo e fornisce delle ottime carni; anche se pochi ne parlano è sia una componente importante della vera dieta mediterranea sia una delle più importanti fonti di proteine di origine animale. La fisiologia del coniglio è stata oggetto di numerosi e importanti studi che hanno consentito di sviluppare condizioni di allevamento a modesto impatto ambientale. In pratica quindi la carne di coniglio è un elemento, a costo piuttosto contenuto, che caratterizza la tradizione alimentare italiana per il suo elevato valore nutrizionale. Al tempo stesso, la natura mite del coniglio ha fatto si che molte persone lo adottassero come animale da compagnia; adesso costituisce la terza scelta dopo cani e gatti. Forte di questa situazione, l’ottima Onorevole Brambilla ha deciso di annullare lo “status” di animale da carne e di trasformarlo in pet mediante una proposta di legge che equipara appunto i conigli ai cani e i gatti. Si propone anche di punire severamente chi è coinvolto nella “filiera” della carne di coniglio includendo anche il consumatore finale. Senza voler entrare nel dispositivo della proposta di legge, non si può non rilevare il coraggio della proponente che, con qualche articolo, intende cancellare di colpo un elemento fondamentale della tradizione alimentare italiana e privare i cittadini di parte di quella carne bianca raccomandata da medici e nutrizionisti. Non si può ignorare che l’allevamento del coniglio sia uno dei pochi settori ancora in salute nella nostra asfittica zootecnia e che probabilmente verrà presentato come alimento tipico nell’ambito di Expo 2015. Si deve ritenere che l’Onorevole Brambilla intenda imporre un punto di vista ideologico che caratterizza i movimenti animalisti, ma che probabilmente interessa marginalmente la stragrande maggioranza dei cittadini. Chiunque voglia tenere un coniglio in casa come animale da compagnia è ovviamente libero di farlo, così come è libero di non consumarne la carne. Si tratta di convinzioni personali che devono (e lo sono) essere rispettate. Queste stesse persone dovrebbero però rispettare la stragrande maggioranza dei cittadini che non la pensa come loro. I nostri Parlamentari sono democraticamente eletti e fortunatamente rappresentano anche le minoranze dei cittadini. Sarebbe però bene che certe iniziative fossero meditate prima di avviare un iter parlamentare che sicuramente richiederà tempo ed energie e che alla fine, con ogni probabilità, sarà ricordata come una delle tante iniziative folkloristiche di cui i nostri rappresentanti sono capaci. Forse però, considerando la data in cui la proposta è stata depositata, si è trattato di un pesce d’aprile e ciò denoterebbe un alto senso dello humour della proponente. (Agostino Macrì, fonte La Stampa)
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