Allergeni negli alimenti: Efsa aggiorna parere scientifico

Agostino Macrì
9 Dicembre 2014
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A fine novembre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha aggiornato, dopo dieci anni, il proprio parere scientifico sugli allergeni alimentari, esaminando in modo approfondito tutti i prodotti allergenici e le sostanze che, se presenti negli alimenti, devono essere riportate in etichetta, così come previsto dalle normative UE.Tra i prodotti e le sostanze analizzate sono stati inclusi: cereali contenenti glutine, latte, uova, noci, arachidi, soia, pesce, crostacei, molluschi, sedano, lupino, sesamo, senape e solfiti. Il parere espresso,  partendo dall’analisi dei dati pubblicati sulla prevalenza delle allergie alimentari in Europa, fornisce per ciascun prodotto o sostanza presenti nell’elenco degli allergeni, diverse informazioni tra le quali si citano:
  • prevalenza delle allergie in popolazioni non specifiche;
  • proteine note per essere allergeni alimentari;
  • reattività crociata;
  • effetti della trasformazione degli alimenti sull’allergenicità di un alimento o di un ingrediente;
  • metodi per rilevare allergeni e alimenti allergizzanti, quali spettrometria di massa e tecniche di analisi del DNA, nonché il più comune approccio immunologico;
  • dosi alle quali si è osservato lo scatenamento di reazioni avverse in soggetti sensibili.
In tutta Europa, la  prevalenza stimata di allergie alimentari è di circa l’1% sia in adulti sia in bambini. Per i bambini, il 75% delle reazioni allergiche sono causate da uova, arachidi, latte vaccino, pesce e noci. Tra gli adulti, il 50% delle reazioni allergiche avvengono a seguito del contatto con: frutti che scatenano reazioni crociate al lattice, la famiglia delle Rosacee (mele, pere, ciliegie, lamponi, fragole e mandorle), le verdure della famiglia delle Apiaceae (sedano, carote e erbe aromatiche), varie noci e arachidi. Il gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA) ha evidenziato che, per determinare la prevalenza delle allergie alimentari, sono state riscontrate notevoli difficoltà dovute sia alla carenza di studi significativi in alcune aree geografiche sia all’utilizzo di diversi metodi di raccolta dei dati tra loro non omogenei. Inoltre, ha segnalato che la determinazione delle “soglie” per alcuni alimenti allergizzanti ha attratto l’attenzione degli organismi di regolamentazione, dell’industria e delle associazioni dei consumatori. In ogni caso, raccomanda che le ricerche vengano finalizzate a raccogliere dati sui soggetti allergici e sui loro modelli di consumo alimentare, nonché a esaminare come tali dati possano essere messi in relazione con la popolazione generale che non presenta allergie. Infine, si precisa che il parere espresso dall’Efsa è riferito ad allergie alimentari immuno-mediate, alla celiachia, a reazioni avverse ai solfiti negli alimenti e non alle intolleranze alimentari. Per maggiore chiarezza si ricorda che il ruolo dell’Efsa consta nel valutare e comunicare tutti i rischi associati alla catena alimentare, mentre la gestione del rischio (modalità di etichettature, dosi accettabili da indicare in etichetta, ecc.) è di competenza delle autorità nazionali e comunitarie, cioè Stati membri dell’UE e Commissione europea. (Martina Bernardi)
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