“Vin brulè”: serve contro l’influenza?

Agostino Macrì
8 Dicembre 2015
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L’arrivo dell’inverno è associato alla comparsa dell’influenza che colpisce un buon numero di persone. Un buon sistema di prevenzione è rappresentato dalla vaccinazione anche se, purtroppo, molti non ne fanno ricorso. In ogni caso tutti sanno che l’influenza, pur avendo generalmente un decorso benigno, deve essere curata con attenzione per evitare pericolosi effetti collaterali. Generalmente è sufficiente fare ricorso a qualche farmaco antipiretico e/o antinfiammatorio nonché restare a letto per qualche giorno per ritornare in buone condizioni di salute. Per curare l’influenza o semplici infreddature esistono anche metodi empirici chiamati spesso come “della nonna” e tra questi bere il “vin brulè”. La preparazione del “vin brulè” è molto semplice. Si tratta di fare bollire per una decina di minuti del vino (preferibilmente rosso) a cui viene aggiunto dello zucchero, della cannella e/o dei chiodi di garofano e qualche spicchio di mandarino. La ricetta può variare a seconda dei gusti. Con la bollitura la maggior parte dell’alcol viene allontanata e si ottiene una bevanda (da consumare calda) priva di particolari controindicazioni. Visto che molti traggono reali benefici dal consumo di “vin brulè” la domanda che sorge spontanea è quali sono le ragioni della efficacia. Probabilmente un ruolo importante è quello dell’effetto placebo legato alla convinzione di assumere una bevanda naturale ed anche piacevole. Non si possono però escludere effetti positivi dovuti a vari principi attivi contenuti nel vino e/o nelle spezie che vengono aggiunte. E’ noto che nel vino sono presenti numerose sostanze “antiossidanti” che avrebbero effetti benefici nel contrastare alcune malattie cardiovascolari. Tra le varie sostanze naturali è presente anche il resveratrolo di cui è stata dimostrata una attività antivirale. Tutti sappiamo che l’influenza è causata da un virus e quindi si può pensare che bevendo vino si contrasta la malattia. Il problema è però rappresentato dall’alcol che, oltre ad avere effetti inebrianti, provoca altre alterazioni che rendono inefficace l’eventuale attività antivirale del resveratrolo. Come accennato il “vin brulè” si ottiene facendo evaporare l’alcol e quindi, presumibilmente, i principi attivi benefici,primo fra tutti il resveratrolo, possono esercitare la loro attività “liberi” dalle interferenze dell’alcol. Si tratta però di considerazioni empiriche per le quali, non sembrano esistere dimostrazioni scientifiche rigorose che possono suggerire un uso del “vin brulè” per la cura dell’influenza. Rimane comunque il piacere (per chi lo apprezza) di bere una bevanda gradevole con la speranza che faccia anche bene.
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