Calcio: da dove lo prendiamo?

Agostino Macrì
6 Settembre 2017
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Un’azienda che produce acqua minerale (Sangemini) ha recentemente pubblicizzato il prodotto come fonte di calcio “altamente assimilabile” e ha paragonato il contenuto dell’elemento a quello presente nel latte e in alcuni prodotti derivati, con l’evidente scopo di stimolarne i consumi. Cerchiamo di capire come stanno effettivamente le cose e se è utile seguire i consigli pubblicitari. Noi tutti sappiamo che il calcio è il principale componente delle ossa, ma non tutti sanno che l’elemento è di fondamentale importanza per molte funzioni delle nostre cellule come, ad esempio, mantenere l’integrità delle membrane, consentire un corretta contrazione muscolare, regolare la coagulazione del sangue.

Le sue funzioni di assorbimento e di deposito nelle ossa, sono regolate sia dalla vitamina D, che il nostro corpo sintetizza quando ci esponiamo alla luce solare, sia dal paratormone, sia dalla calcitonina.

Il contenuto totale di calcio nel nostro corpo è di circa 1 kg e ovviamente è presente nella massima parte nelle ossa. Ogni giorno però circa 0,5 grammi vengono “mobilizzati”, ovvero “sottratti” dall’organismo, immessi nel circolo sanguigno e in parte escreti. Si calcola che ogni giorno nel circolo sanguigno ci siano 10 grammi di calcio e di questi i reni ne eliminano circa 200 mg.

Quantità superiori vengono “perdute” dalle puerpere attraverso il latte materno che è l’unico alimento dei neonati ed è fondamentale anche per lo sviluppo dei loro tessuti ossei.

In ogni caso, sia in condizioni fisiologiche che in situazioni particolari come la lattazione, per evitare danni è necessario che il calcio mobilizzato, venga “rimpiazzato” mediante gli alimenti, il cui contenuto per ogni 100 grammi  è molto variabile e passa da  poche decine di mg in alcuni pesci e verdure, fino a oltre 1000 mg per alcuni formaggi.

Anche l’acqua contiene calcio e il contenuto può variare sensibilmente in funzione  della sorgente e va da qualche decina di mg per litro nelle acque di rubinetto, fino a 300 – 400 mg per litro di alcune acque minerali.

In media, in condizioni fisiologiche normali, bisogna assumere circa un grammo di calcio al giorno.

Una volta assunto però non tutto il calcio è “biodisponibile”:  infatti  indipendentemente dalla sua origine alimentare o di bevanda, soltanto circa il 20 % di quello ingerito viene assorbito. Il resto viene escreto con le feci. Ecco allora che con una alimentazione equilibrata e bevendo 1,5 – 2 litri di acqua al giorno riusciamo a coprire i nostri fabbisogni.

Ritornando alla pubblicità dell’acqua Sangemini, sembra sia l’acqua minerale più ricca in calcio, ma guardando la composizione di altre acque si scopre che hanno contenuto di calcio analogo e una addirittura ne è più ricca (è la Ferrarelle).

Per quanto riguarda la “biodisponibilità” non ci sono differenze significative tra le varie fonti di calcio in quanto a livello gastrico l’elemento viene solubilizzato e ogni eventuale differenza viene annullata.

Ma soprattutto, trattandosi di pubblicità comparativa, non sembra corretto paragonare l’acqua al latte o ai suoi derivati. Questo raffronto, infatti, potrebbe trarre in errore il consumatore inducendolo a pensare di poter sostituire il latte con l’acqua ricavando un valore nutrizionale simile.

In conclusione assumere calcio è di fondamentale importanza, ma è necessario farlo con un minimo di attenzione, cercando di assumere gli altri nutrienti nelle giuste quantità senza lasciarsi affascinare da messaggi pubblicitari non sempre molto chiari.

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